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Solidarietà del soccorso alpino Catores con la fam. Unterkircher
Per soddisfare il desiderio di tanti amici della montagna che vogliano dimostrare la loro solidarietà nei confronti della famiglia del nostro caro compagno Karl, il soccorso Alpino CATORES ha aperto un conto per le offerte con la parola chiave Nanga Parbat.
Banca: Cassa Rurale Raiffeisen di Selva Val Gardena
Nome: Unterkircher Karl
Numero conto: 000302020076
IBAN: IT 30 Q 08238 58680 000302020076
SWIFT: RZSBIT21055 |
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Dramma sul Nanga Parbat
In questa sezione del sito, cercheremo di tenervi aggiornati sulla situazione...
Karl, stella alpina che brilla nei nostri occhi
"Per Karl, rinunciare alla montagna, sarebbe stato soffrire maggiormente e morire più lentamente". Tra le tanti frasi che ho letto in questi giorni, questa é una di quelle che mi ha colpito maggiormente. Scritta da uno sconosciuto forse non si é nemmeno reso conto quanto sia vero.
In questi ultimi anni spesso la gente mi diceva "ma come fai, sempre sola con tre bambini, non hai paura per tuo marito". Io non l´ho mai giudicato per questo (e allora perché gli altri dovrebbero farlo?). Ho amato Karl anche per la sua capacitá di fare una vita un pó diversa, il suo coraggio di vivere i suoi sogni, per la sua forza di volontá e la sua immensa tranquillitá. Karl con i suoi 38 anni ha vissuto una vita molto intensa, piena di soddisfazioni, sono grata per aver potuto condividere con lui quasi dodici anni di gioie e dolori.
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Il nostro amato Karl ora riposa lassú, nel suo mondo, libero e sereno.
Sono sicura che da lassú guiderá me e i nostri figli con la sua mano sicura.
Un grande grazie per tutti coloro che in queste ore difficili ci stanno cosí vicino.
ore 17:37 del 22/07/2008 Silke con Alex, Miriam e Marco
Ultimo comunicato di Karl del 13.07.2008 dal campo base >> |
ore 18:28 del 24/07/2008 |
Nones: tutto dedicato a Karl
BERGAMO -- “Per tutta la scalata mi è sembrato di avere davanti Karl, che mi incitava a tener duro, a fare una cosa che era arrivata da lui. L’ho fatto con il cuore e con la testa. Tutto dedicato a Karl”. Ha la voce ferma ma il cuore in gola, Walter Nones, mentre racconta dell’odissea vissuta sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat insieme a Simon Kehrer. Ecco le toccanti parole dell’alpinista solo poche ore dopo la difficile discesa dal ghiacciaio.
Walter, Simon, come state?
Abbiamo passato dei giorni non molto belli ma la forza ci ha fatto arrivare sani e salvi qua al campo base.
Come vi sentite dopo undici giorni e dieci notti in parete?
Dopo l’incidente, la testa era concentrata soprattutto sull’arrivare sani e salvi al campo base. Decidevamo giorno per giorno quello che c’era da fare. Eravamo rimasti in due, io e Simon, e stringevamo i denti per tornare a casa.
Cosa è successo il 15 luglio?
Eravamo a 6.400 metri. La neve era molle. Karl andava avanti piano piano, sprofondava fin sopra le ginocchia e a un certo punto non si è più visto. Ha fatto un volo di circa 15 metri su un crepaccio. E sopra gli è andata tanta neve.
Voi lo avete cercato?
Sì, sì, subito. Simon è sceso, io gli ho fatto sicura, ma non si vedeva niente. A un certo punto Simon ha detto: forse ho trovato qualcosa. Ha scavato con le mani e ha visto che Karl, purtroppo, non c’era più.
Quindi lo ha trovato?
Sì, lo ha trovato quasi subito. Non saprei dirti i minuti esatti ma lui subito mi ha detto è qui. E secondo noi, ha fatto tanti sbalzi su questo crepaccio…
Cosa vi ha spinto a proseguire nella salita?
Il giorno dopo siamo stati fermi per ragionare sul da farsi, però abbiamo deciso di salire perché era molto meno rischioso che scendere per duemila metri, dove le scariche sono frequenti.
Com’era la parete sopra?
Le difficoltà sostenute erano sui primi duemila metri. Poi bisogna dire che avevamo solo due viti da ghiaccio e due chiodi da roccia, non ce la siamo veramente sentita di scendere duemila metri con questa poca attrezzatura. Quindi abbiamo preferito proseguire.
La mancanza di attrezzatura era perché buona parte ce l’aveva Karl?
No, era perché salivamo in stile alpino. Avevamo con noi gli sci, tutto il materiale e il mangiare. Quindi era una scelta tecnica, quella di non portare tanta attrezzatura.
Che cosa è successo quando siete usciti dalla parete, a 7.200 metri?
Due giorni prima sono arrivati gli elicotteri e abbiamo pensato che fossero venuti a prendere Karl, perché potesse ritornare a casa. Invece non è stato così. Abbiamo voluto salire fino in alto alla parete, e poi scendere piano piano perché avevamo studiato la via Bhul. Però il brutto tempo ci ha fermato. C’era troppa nebbia e dovevamo andare giù piano per non fare sbagli.
Con l’elicottero è stato fatto un lancio di attrezzatura. L’avete trovata?
Abbiamo dovuto scendere di circa 150 metri di dislivello e abbiamo trovato questo sacco. La cosa più importante per noi era il telefono satellitare. L’abbiamo preso con noi e appena è stato possibile abbiamo chiamato per dire che eravamo ancora vivi.
Stamattina cosa avete fatto?
Ieri sembrava bel tempo e invece c’è stata nebbia tutto il giorno. Ma appena si è aperta una piccola finestra siamo scesi come dei pazzi per cercare di arrivare al più presto al campo base. Il nostro obiettivo era ancora oggi quello di portare Karl a casa. Invece non è stato possibile. A circa 5.500 metri è arrivato l’elicottero e ci ha recuperato.
Cosa vi siete detti con Gnaro e Maurizio quando siete arrivati al base?
E’ stato bello vedere l’unione che c’è fra gli italiani quando succede una cosa del genere. Trovare un italiano e un grande alpinista come Gnaro al base è stato bello. Ringrazio ancora chi ha avviato tutta questa macchina, Agostino… lo chiamavo spesso anche durante la notte mentre dormiva per chiedere aiuti e informazioni.
Simon, la prima volta su un ottomila. Come’è stata quest’esperienza difficile, complessa e per una parte tragica?
Sicuramente è stato uno shock vedere sparire un grande amico, un grande alpinista come Karl proprio davanti a noi.
Che montagna è il Nanga Parbat?
E’ una delle più belle che ho visto fino adesso. Grande rispetto per Hermann Buhl che l’ha salita da solo e senza ossigeno. Davvero grande.
Avete depositato sotto la croce di Buhl questo piatto su cui Maurizio ha inciso il nome di Karl. Quanta emozione in questo gesto?
Più che altro – riprende Walter Nones - la perdita di un amico ti lascia dentro sempre un vuoto. Ti devo dire la verità, per tutta la scalata mi sembrava di averlo davanti che mi incitava a fare una cosa che era arrivata da lui. E l’ho fatto veramente col cuore, e con la testa, tutto dedicato a Karl.
Sara Sottocornola
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ore 10:35 del 24/07/2008 |
SALVI!
FAIRY MEADOWS, Pakistan -- Sono finalmente al campo base Walter Nones e Simon Kehrer, dopo l’odissea sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat che ha tenuto col fiato sospeso l’Italia e il mondo intero. Pochi minuti fa sono stati recuperati dagli elicotteri di soccorso sul pianoro ghiacciato a 5.700 metri che gli alpinisti hanno raggiunto questa mattina alle 9, ora pakistana, dopo essere scesi con gli sci dal colle dove avevano bivaccato per la notte.
Cielo sereno, sole in alta quota e calma di vento. La prima, buona notizia di oggi arriva all’1.33 di notte (le cinque e mezza in Pakistan) dalla voce di Maurizio Gallo, che avverte Agostino Da Polenza delle ottime condizioni meteo ai piedi del Nanga Parbat: finalmente un’alba splendida dopo giorni di nebbia e nevicate sulla parete Rakhiot.
Circa due ore più tardi, la seconda bella notizia: Gallo e Mondinelli avvistano Walter Nones e Simon Kehrer che si abbassano di quota.
"Li abbiamo visti, stanno scendendo con gli sci, dritti sotto il colle!" Annuncia Gallo al telefono. Nel giro di un’ora sono scendono da 6.600 metri a 5.700, superando due crepacci, uno dei quali in corda doppia, e arrivando su un pianoro del ghiacciaio adatto per il lowering degli elicotteri.
Alle 5 italiane (le 9 in Pakistan) arriva la telefonata di Walter Nones sul satellitare di Maurizio Gallo: due alpinisti si fermano sul pianoro, aspettano il recupero. Sono stanchi dopo dieci giorni passati in parete.
Purtroppo, però, gli elicotteri sono in ritardo, e sul ghiacciaio inizia a formarsi qualche nuvola. La preoccupazione sale, si susseguono telefonate tra Gallo, Da Polenza, l’ambasciata italiana in Pakistan e il comando militare pakistano.
A mezzogiorno, ora pakistana (le 8 in Italia), finalmente i velivoli raggiungono il campo base, dove purtroppo è scesa la nebbia.
Gallo e Mondinelli, con i piloti, hanno fatto un primo volo di ricognizione, durante hanno individuato la posizione di Nones e Kehrer sul ghiacciaio. Rientrati al base, gli elicotteri, alleggeriti, sono saliti lassù e hanno recuperato i due alpinisti che pochi minuti fa sono atterrati al campo base. Dove Walter e Simon hanno finalmente riabbracciato gli amici corsi laggiù dall'Italia per aiutarli. Sara Sottocornola
SALVI GLI ITALIANI SU HIMALAYA
BOLZANO - I due alpinisti Walter Nones e Simon Kehrer stamattina sono riusciti a scendere a un pianoro ghiacciato a 5.700 metri di quota, dove ora i piloti dell'elicottero si sono diretti e hanno effettuato il recupero.
Appena giunti al campo base Nones e Kehrer hanno abbracciato a lungo i soccorritori. Gli elicotteri sono riusciti a raggiungerli nonostante la nebbia si fosse addensata per un certo periodo sul pianoro che i due scalatori erano riusciti a raggiungere da soli. Per poter salire cosi' in alto i velivoli sono stati alleggeriti di ogni attrezzatura non indispensabile.
IL FILM DEL SALVATAGGIO
Cielo sereno, sole in alta quota e calma di vento. La prima, buona notizia di oggi era arrivata all'1.33 di notte (le cinque e mezza in Pakistan) dalla voce di Maurizio Gallo, uno dei soccorritori, che avverte a Bergamo Agostino Da Polenza delle ottime condizioni meteo ai piedi del Nanga Parbat: finalmente un'alba splendida dopo giorni di nebbia e nevicate sulla parete Rakhiot. Circa due ore piu' tardi Gallo e Mondinelli avvistano Walter Nones e Simon Kehrer che si abbassano di quota.
''Li abbiamo visti, stanno scendendo con gli sci, dritti sotto il colle'', annuncia Gallo al telefono satellitare. Nel giro di un'ora gli italiani scendono da 6.600 metri a 5.700, superando due crepacci, uno dei quali in corda doppia, e arrivando su un pianoro del ghiacciaio adatto per l'arrivo degli elicotteri.
Alle 5 italiane (sono le 9 in Pakistan) arriva la telefonata di Walter Nones sul satellitare di Maurizio Gallo: i due alpinisti si fermano sul pianoro, aspettano il recupero. Sono stanchi dopo dieci giorni passati in parete. Gli elicotteri sono in ritardo di una decina di minuti, e sul ghiacciaio inizia a formarsi qualche nuvola. La preoccupazione sale, si susseguono telefonate tra Gallo, Da Polenza, l'ambasciata italiana in Pakistan e il comando militare pakistano.
A mezzogiorno, ora pakistana (le 8 in Italia), finalmente i velivoli raggiungono il campo base, e fanno un primo volo di ricognizione, individuando la posizione di Nones e Kehrer sul ghiacciaio. Rientrati alla base, gli elicotteri sono stati alleggeriti di ogni attrezzatura non necessaria per essere piu' agili a quelle quote estreme, sono saliti nuovamente e hanno recuperato i due alpinisti che da poco sono atterrati al campo base.
(ansa.it)
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ore 08:30 del 24/07/2008 |
Nanga Parbat: decollati gli elicotteri dal base
BERGAMO -- Sono decollati pochi istanti fa gli elicotteri che dovranno recuperare Walter Nones e Simon Kehrer sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat. I due alpinisti questa stamattina sono riusciti a scendere a un pianoro ghiacciato a 5.700 metri di quota, dove ora i piloti si stanno dirigendo per effettuare il recupero. Al momento, però, sulla parete si è riaddensata la nebbia.
"Li abbiamo visti, stanno scendendo con gli sci, dritti sotto il colle!" Erano le 3.45 del mattino, in Italia, e le 7.45 in Pakistan, quando a Bergamo è arrivata la tanto attesa telefonata di Maurizio Gallo che annunciava l'avvistamento di Walter Nones e Simon Kehrer. I due alpinisti, da dieci giorni sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat, hanno lasciato stamattina la cresta dove è tracciata la via Buhl per portarsi su un pianoro sotto i seimila metri.
"Sono venuti giù in diagonale da destra - ha detto Gallo in una nuova telefonata poche ore dopo -. Hanno puntato verso il basso ma non seguendo la via Buhl. Sono scesi dritti, hanno fatto un traverso in neve alta abbastanza pericoloso, hanno fatto la doppia sul seracco e si sono portati sul pianoro dove mi hanno detto che avrebbero atteso l'elicottero".
Gli elicotteri militari sono arrivati al campo base verso le 7.30 ora italiana. Gallo e Mondinelli hanno parlato con i piloti per spiegare loro la posizione di Nones e Kehrer, perchè al momento il cielo si è riannuvolato e sulla parete c'è un po' di nebbia.
Pochi minuti fa, si sono alzati in volo per individuarli.
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ore 08:15 del 24/07/2008 |
li abbiamo visti, scendono con gli sci
BERGAMO -- "Li abbiamo visti, stanno scendendo con gli sci, dritti sotto il colle!" Sono le 3.45 del mattino, in Italia, e le 7.45 in Pakistan quando a Bergamo arriva la tanto attesa telefonata di Maurizio Gallo che annuncia l'avvistamento di Walter Nones e Simon Kehrer. I due alpinisti, da dieci giorni sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat, hanno lasciato la cresta dove è tracciata la via Buhl per portarsi su un pianoro attorno ai seimila metri.
"Li abbiamo visti stanno scendendo! - ha esordito Gallo al telefono -. Stanno scendendo con gli sci e sono fra i due grandi crepacci sotto il colle. Sono venuti giù in diagonale da destra. Puntano verso il basso!"
"Quindi sono veloci... sono sulla via Buhl?" chiede Agostino Da Polenza.
"Sì sono veloci - risponde Gallo - ma non seguono la via Buhl. Vengono giù dritti, faranno una doppia sul seracco più grande".
Qualche minuto dopo le quattro del mattino, ora italiana, Gallo richiama. "Sono sopra il crepaccio più basso - dice l'alpinista - dove si è già staccata una valanga quindi sul sicuro. Hanno fatto un traverso in neve alta abbastanza pericoloso ma adesso mi pare che possano lavorare per la doppia abbastanza sicuri. Sono nel punto migliore del crepaccio. Poi è abbastanza facile scendere più in basso perchè trovano dei piani molto buoni attorno ai 5.900 metri".
Solo dieci minuti più tardi una nuova chiamata. "Walter e Simon hanno già fatto la doppia - annuncia Gallo dal campo base - e velocemente si spostano in una zona sicura. Devono traversare un po' verso destra dove c'è una seraccata, poi ci sono dei piani più sicuri, ma potrebbero anche fermarsi lì, l'elicottero dovrebbe riuscire a prenderli".
Intanto, sulla montagna, il tempo rimane perfetto. E' limpido, e dovrebbe restare bello fino a sera. Nelle prossime ore dovrebbero arrivare gli elicotteri al campo base.
Sara Sottocornola
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ore 18:44 del 23/07/2008 |
HIMALAYA, SOCCORSI ANCORA RIMANDATI
BOLZANO - ''All'80% Walter Nones e Simon Kehrer oggi non potranno muoversi dalla loro tenda sul ghiacciaio del Nanga Parbat''. Lo hanno detto i responsabili della base dei soccorsi di Everest - K2 Cnr, la base dei soccorsi di Bergamo.
Mentre al campo base, dove sarebbero pronti gli elicotteri, la situazione meteo e' abbastanza, buona, in quota infuria infatti una tormenta che non consente ai due alpinisti - bloccati a 10 giorni dalla scomparsa del capospedizione Karl Unterkircher - di proseguire il loro cammino verso valle.
Per oggi era previsto, tempo permettendo, il recupero con l'elicottero a quota seimila. Walter Nones e Simon Kehrer, che hanno bivaccato a circa 6.600 metri di quota, dovrebbero scendere di altri seicento metri sul ghiacciaio per raggiungere il punto in cui potra' recuperarli l'elicottero.
(ansa.it)
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ore 12:44 del 23/07/2008 |
Di nuovo nebbia su Nones e Kehrer: slitta il recupero
FAIRY MEADOWS, Pakistan -- E’ rimandato a domani il recupero di Walter Nones e Simon Kehrer, bloccati anche oggi dalla bufera ad una quota di 6.600 metri. I due alpinisti, questa mattina, non si sono mossi dal punto in cui hanno bivaccato perché la visibilità, in quota, era pari a zero a causa della nebbia. Al campo base, però, il tempo va migliorando e le previsioni atmosferiche, buone per domani, lasciano sperare in una soluzione della vicenda tra ventiquattr’ore.
Ci basterebbero due ore per vedere dov’è la cresta bassa – ha detto Nones poco fa ad Agostino Da Polenza -. O anche solo 10 minuti di schiarita per riuscire a fare una foto al ghiacciaio e decidere la linea di discesa. Il problema è che oggi non abbiamo avuto nemmeno quelli. Comunque stiamo bene, non fa troppo freddo”.
Walter Nones e Simon Kehrer, oggi, non si sono mossi. Sono ancora nella tenda piantata ieri a 6.600 metri sulla via Bhul, a monte del Rakhiot Peak, bloccati dal maltempo.
“Qui al campo base - racconta Gallo - il tempo è sempre stato buono a parte un temporale poco fa. Vedevamo bene la cima del Nanga Parbat, ma loro sono rimasti per tutto il giorno in un nucleo di tormenta che non si è mai spostato”.
“Fanno bene a restare lì - commenta Gnaro Mondinelli - perché non vedono niente ed è la scelta più sicura. Purtroppo è una conca di ristagno dove si formano umidità e nebbia. Loro comunque sono stati bravi. Walter ha ancora una bella voce, non ha perso la testa. Hanno tenda, sacco a pelo e gas e cibo per due giorni, dunque si sono gestiti bene. Ma adesso è importante che inizino ad abbassarsi perché dieci giorni lassù sono tanti”.
Purtroppo, le condizioni meteo così instabili hanno reso impossibile anche per oggi il volo degli elicotteri. “E’ tutto rimandato a domattina - spiega Agostino Da Polenza, che coordina l’operazione di soccorso da Bergamo -. All’alba gli elicotteri saliranno al campo base e resteranno in standby in attesa del momento buono per volare lassù a recuperarli”.
“Secondo i piloti - spiega Gallo - si potrebbe tentare di recuperarli anche a 6600 metri, se ci fosse visibilità e non troppo vento, con una corda agganciata sotto l’elicottero. Noi l’abbiamo già predisposta, in modo che domani mattina sia tutto pronto. Se riescono a scendere sotto i seimila metri, invece, l’elicottero potrebbe farli salire atterrando”.
Sara Sottocornola
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ore 9:42 del 23/07/2008 |
Nanga: sole al base, nubi sopra i 6000 metri
ISLAMABAD, Pakistan – “Walter e Simon non sono ancora partiti perché attorno alla loro tenda c’è ancora un’area di perturbazione come anticipato ieri dalle previsioni meteorologiche. Ma la situazione sta velocemente migliorando e al campo base c’è il sole”. Queste le parole di Maurizio Gallo, che pochi minuti fa ha ricevuto una chiamata da Walter Nones al campo base della parete Rakhiot del Nanga Parbat.
“Siamo ancora in mezzo alle nubi – ha detto Nones a Gallo -. Non ci siamo fidati a partire perché non vediamo nulla”. La voce era preoccupata, la voglia di scendere, tanta.
“Fino a un paio d’ore fa pioveva – ci ha raccontato Gallo -. Ma ora qui al base c’è il sole e vediamo benissimo il ghiacciaio. La nebbia ha iniziato ad alzarsi già da un po’, ma purtroppo è rimasta ancora qualche nube a quote superiori ai 6.000 metri”.
Nones e Simon Kehrer hanno bivaccato a circa 6.600 metri di quota. Secondo gli accordi presi ieri sera, dovrebbero scendere di altri seicento metri sul ghiacciaio per raggiungere il punto in cui potrà recuperarli l’elicottero
Sara Sottocornola
HIMALAYA: TEMPO MIGLIORA, ATTESA PER RECUPERO ITALIANI
BOLZANO - Gli alpinisti italiani Walter Nones e Simon Keherer non sono ancora partiti perche' attorno alla loro tenda c'e' ancora un'area di perturbazione come anticipato dalle previsioni meteorologiche.
Per oggi e' previsto, tempo permettendo, il recupero con l'elicottero a quota seimila. La situazione sta pero' migliorando e al campo base c'e' il sole.
Lo ha detto Maurizio Gallo, uno dei soccorritori, che ha ricevuto una chiamata da Walter Nones al campo base della parete Rakhiot del Nanga Parbat. Nones e Simon Kehrer hanno bivaccato a circa 6.600 metri di quota. Secondo gli accordi presi ieri sera, dovrebbero scendere di altri seicento metri sul ghiacciaio per raggiungere il punto in cui potra' recuperarli l'elicottero.
(ansa.it)
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ore 17:42 del 22/07/2008 |
Nanga Parbat: domani giornata decisiva
ISLAMABAD, Pakistan -- Solo due viti da ghiaccio e due chiodi da ghiaccio. E’ con questa esigua attrezzatura che Walter Nones e Simon Kehrer stanno affrontando le seraccate del ghiacciaio sul Nanga Parbat. I due alpinisti, lucidi ma provati dalla lunga permanenza in parete, hanno contattato poco fa Agostino Da Polenza e hanno concordato, per domani, il recupero in elicottero attorno ai seimila metri, confidando nelle previsioni meteo secondo cui ci sarà una schiarita nel primo pomeriggio.
“Abbiamo usato gli sci per alcuni tratti in discesa - racconta Nones a Da Polenza -, ma il problema è che abbiamo soltanto due viti da ghiaccio e due chiodi da ghiaccio. Cerchiamo di evitare il più possibile di fare delle calate a scendere perchè ci è rimasta solo questa attrezzatura, e dobbiamo cercare soprattutto di risparmiarla. Ci assicuriamo ma poi recuperiamo tutto: dobbiamo anche andare in giù e ci sono dei punti da fare… e insomma non è così facile”.
E’ un po’ preoccupata, questa volta, la voce che arriva dal Nanga Parbat. Nones, fermo a 6.600 metri nel bivacco allestito questa mattina, ha spiegato a Da Polenza i motivi per i quali la loro discesa sta proseguendo lentamente oltre che per le difficoltà dovute al meteo. Ormai i due alpinisti si trovano in quota da nove giorni e otto notti.
“Simon ha un po' di mal di testa - prosegue l’alpinista - anche se è normale in queste condizioni. Domani mattina se è bel tempo pensavamo di anticipare un po' la partenza rispetto ad oggi cercheremo di arrivare al pianoro a seimila metri”.
Lì, domani, l’elicottero andrà loro incontro. “A questo punto è la soluzione più ragionevole - spiega Da Polenza -. I ragazzi sono stanchi e con poca attrezzatura, hanno accettato volentieri. La seraccata nella parte bassa del ghiacciaio è complessa, lunga e insidiosa, come ha raccontato stamattina Mondinelli che l’ha vista da vicino”.
Al campo base della Rakhiot, in queste ore, si sta quindi predisponendo tutto per il recupero. “L’elicottero arriverà qui domattina - racconta Maurizio Gallo -. Sarà pronto e operativo per qualsiasi ora”.
Gallo e Mondinelli hanno parlato con Simon Kehrer, che ha dato loro le indicazioni per trovare, nel suo bidone al campo base, il Gps che lui, Unterkircher e Nones avevano usato durante la salita di acclimatamento. “Avevamo rilevato le coordinate del punto più alto a cui eravamo arrivati - ha detto Kehrer a Gallo -. Domani cercheremo di raggiungerlo. Potete dare quelle indicazioni ai piloti”. Sara Sottocornola
HIMALAYA: DOMANI IL RECUPERO DEGLI ITALIANI
BOLZANO - I due alpinisti italiani bloccati sul Nanga Parbat hanno contattato la base dei soccorsi a Bergamo ed hanno concordato per domani il recupero in elicottero attorno ai seimila metri, confidando nelle previsioni meteo secondo cui ci sarà una schiarita nel primo pomeriggio.
"Siamo a 6.600 metri, c'é di nuovo la nebbia, dobbiamo fermarci di nuovo", ha detto ai soccorritori Walter Nones dal Nanga Parbat. L'annuncio è stato dato ad Agostino Da Polenza che coordina le operazioni di soccorso a Bergamo. Nones e Simon Kehrer questa mattina, sono riusciti a scendere di circa quattrocento metri, ma ora sono di nuovo bloccati per il maltempo e la scarsa visibilità.
"Siamo su per la normale di Bhul - ha detto Nones - ma c'é un nebbione, credo a 6.600 metri. Siamo venuti giù sulla cresta finché potevamo poi abbiamo dovuto fermarci perché non si vedeva niente. Adesso qui ci sarà la forcella dove dobbiamo girare giù, ma non vediamo niente, non possiamo proseguire". Nel frattempo, Silvio Gnaro Mondinelli sta rientrando al campo base dove ha iniziato a piovere a dirotto.
(ansa.it)
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ore 16:02 del 22/07/2008 |
Mondinelli: parete difficile, scendere sarà dura
ISLAMABAD, Pakistan -- “Il ghiacciaio è molto pericoloso, non vorrei essere al loro posto. Comunque, a salire hanno fatto una grande via”. Questo il commento di Silvio Gnaro Mondinelli al rientro dalla ricognizione sul ghiacciaio effettuata questa mattina. Da lassù ha tentato di individuare Walter Nones e Simon Kehrer in discesa, ma senza successo a causa della nebbia che ha avvolto la montagna. Ecco il racconto.
Gnaro, che cosa è successo stamattina ai piedi della Rakhiot?
C’è stata una schiarita e io, con due portatori, sono salito sul ghiacciaio per cercare di vedere i due ragazzi scendere. Purtroppo, presto sono tornate foschia e nebbia e non ci siamo riusciti. Comunque abbiamo visto il ghiacciaio che dovranno attraversare in discesa: è molto pericoloso, non sarà facile. Sul loro cammino ci sono tante seraccate e crepacci. Non vorrei essere al loro posto.
Come vedi la discesa con gli sci?
La vedo difficile. Io forse andrei a piedi, perché quando si è stanchi, con gli scarponi da montagna, andare in giro con quegli sci leggeri e corti non è semplice, non si è stabili. Vedranno comunque loro cosa fare, in base alle loro condizioni. Ma temo che siano stanchi. Ho visto bene la parete, hanno fatto una grande via a salire, davvero tosta.
Dove sei adesso?
Sono rientrato al campo base. I due portatori pakistani sono rimasti sul ghiacciaio ancora qualche ora per vedere se individuano il bivacco di Walter e Simon. Speriamo, tra poche ore, di sentirli di nuovo per decidere insieme cosa fare domani.
Sei pronto ad andargli incontro, sia a piedi che in elicottero se fosse necessario?
Sì. Ho una discreta condizione di acclimatamento anche perché sono tornato poco più di un mese fa dalla spedizione di Share Everest, durante la quale abbiamo montato la stazione meteorologica di EvK2Cnr a ottomila metri, sul Colle Sud. Questo è positivo anche per il volo in elicottero, l’altro giorno siamo saliti fino a 7200 metri.
Due missioni diverse, entrambe organizzate dal Comitato EvK2Cnr…
Sì, una per la scienza una per aiutare questi due ragazzi. Con Agostino collaboro da tanti anni, mi piace perché si tratta sempre di spedizioni veloci, efficienti e con ottimi scopi. Lui fa tante cose, soprattutto di ricerca, stavolta invece fa il “papà”. Sono venuto volentieri a dare supporto a Walter e Simon. Con Walter e Karl abbiamo salito insieme il K2. E anche quella volta, era una spedizione di Agostino per misurare l’Everest e celebrare il cinquantenario del K2.
Non solo alpinismo quindi…
Sì. E’ una cosa importante. Tanto che per esempio, per Share Everest, il presidente Napolitano ci aveva dato la bandiera da portare in vetta e poi è stato in diretta televisiva con noi da lassù. Certo qui è un’altra cosa, ma fa parte anche questo della montagna. Ci sono cose belle e cose brutte. Ci siamo precipitati qui per essere pronti ad aiutare i ragazzi se hanno bisogno. Ed è una bella cosa, perché vuol dire che l’amicizia viene prima di tutto
Sara Sottocornola
HIMALAYA, ALPINISTI ITALIANI DI NUOVO BLOCCATI
BOLZANO - "Siamo a 6.600 metri, c'é di nuovo la nebbia, dobbiamo fermarci di nuovo". Lo ha detto ai soccorritori Walter Nones dal Nanga Parbat. L'annuncio è stato dato ad Agostino Da Polenza che coordina le operazioni di soccorso a Bergamo. Nones e Simon Kehrer questa mattina, sono riusciti a scendere di circa quattrocento metri, ma ora sono di nuovo bloccati per il maltempo e la scarsa visibilità. "Siamo su per la normale di Bhul - ha detto Nones - ma c'é un nebbione, credo a 6.600 metri. Siamo venuti giù sulla cresta finché potevamo poi abbiamo dovuto fermarci perché non si vedeva niente. Adesso qui ci sarà la forcella dove dobbiamo girare giù, ma non vediamo niente, non possiamo proseguire". Nones ha chiesto di conoscere le previsioni meteo e nelle prossime si deciderà come andare avanti. Nel frattempo, Silvio Gnaro Mondinelli sta rientrando al campo base dove ha iniziato a piovere a dirotto.
(ansa.it)
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ore 16:02 del 22/07/2008 |
Mondinelli: parete difficile, scendere sarà dura
ISLAMABAD, Pakistan -- “Il ghiacciaio è molto pericoloso, non vorrei essere al loro posto. Comunque, a salire hanno fatto una grande via”. Questo il commento di Silvio Gnaro Mondinelli al rientro dalla ricognizione sul ghiacciaio effettuata questa mattina. Da lassù ha tentato di individuare Walter Nones e Simon Kehrer in discesa, ma senza successo a causa della nebbia che ha avvolto la montagna. Ecco il racconto.
Gnaro, che cosa è successo stamattina ai piedi della Rakhiot?
C’è stata una schiarita e io, con due portatori, sono salito sul ghiacciaio per cercare di vedere i due ragazzi scendere. Purtroppo, presto sono tornate foschia e nebbia e non ci siamo riusciti. Comunque abbiamo visto il ghiacciaio che dovranno attraversare in discesa: è molto pericoloso, non sarà facile. Sul loro cammino ci sono tante seraccate e crepacci. Non vorrei essere al loro posto.
Come vedi la discesa con gli sci?
La vedo difficile. Io forse andrei a piedi, perché quando si è stanchi, con gli scarponi da montagna, andare in giro con quegli sci leggeri e corti non è semplice, non si è stabili. Vedranno comunque loro cosa fare, in base alle loro condizioni. Ma temo che siano stanchi. Ho visto bene la parete, hanno fatto una grande via a salire, davvero tosta.
Dove sei adesso?
Sono rientrato al campo base. I due portatori pakistani sono rimasti sul ghiacciaio ancora qualche ora per vedere se individuano il bivacco di Walter e Simon. Speriamo, tra poche ore, di sentirli di nuovo per decidere insieme cosa fare domani.
Sei pronto ad andargli incontro, sia a piedi che in elicottero se fosse necessario?
Sì. Ho una discreta condizione di acclimatamento anche perché sono tornato poco più di un mese fa dalla spedizione di Share Everest, durante la quale abbiamo montato la stazione meteorologica di EvK2Cnr a ottomila metri, sul Colle Sud. Questo è positivo anche per il volo in elicottero, l’altro giorno siamo saliti fino a 7200 metri.
Due missioni diverse, entrambe organizzate dal Comitato EvK2Cnr…
Sì, una per la scienza una per aiutare questi due ragazzi. Con Agostino collaboro da tanti anni, mi piace perché si tratta sempre di spedizioni veloci, efficienti e con ottimi scopi. Lui fa tante cose, soprattutto di ricerca, stavolta invece fa il “papà”. Sono venuto volentieri a dare supporto a Walter e Simon. Con Walter e Karl abbiamo salito insieme il K2. E anche quella volta, era una spedizione di Agostino per misurare l’Everest e celebrare il cinquantenario del K2.
Non solo alpinismo quindi…
Sì. E’ una cosa importante. Tanto che per esempio, per Share Everest, il presidente Napolitano ci aveva dato la bandiera da portare in vetta e poi è stato in diretta televisiva con noi da lassù. Certo qui è un’altra cosa, ma fa parte anche questo della montagna. Ci sono cose belle e cose brutte. Ci siamo precipitati qui per essere pronti ad aiutare i ragazzi se hanno bisogno. Ed è una bella cosa, perché vuol dire che l’amicizia viene prima di tutto
Sara Sottocornola
HIMALAYA, ALPINISTI ITALIANI DI NUOVO BLOCCATI
BOLZANO - "Siamo a 6.600 metri, c'é di nuovo la nebbia, dobbiamo fermarci di nuovo". Lo ha detto ai soccorritori Walter Nones dal Nanga Parbat. L'annuncio è stato dato ad Agostino Da Polenza che coordina le operazioni di soccorso a Bergamo. Nones e Simon Kehrer questa mattina, sono riusciti a scendere di circa quattrocento metri, ma ora sono di nuovo bloccati per il maltempo e la scarsa visibilità. "Siamo su per la normale di Bhul - ha detto Nones - ma c'é un nebbione, credo a 6.600 metri. Siamo venuti giù sulla cresta finché potevamo poi abbiamo dovuto fermarci perché non si vedeva niente. Adesso qui ci sarà la forcella dove dobbiamo girare giù, ma non vediamo niente, non possiamo proseguire". Nones ha chiesto di conoscere le previsioni meteo e nelle prossime si deciderà come andare avanti. Nel frattempo, Silvio Gnaro Mondinelli sta rientrando al campo base dove ha iniziato a piovere a dirotto.
(ansa.it)
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ore 10:02 del 22/07/2008 |
Schiarita sul Nanga Parbat: Mondinelli sale sul ghiacciaio
FAIRY MEADOWS, Pakistan – “C’è stata una schiarita, qualche ora fa. Gnaro è partito con i due portatori verso il ghiacciaio. Stiamo cercando di scorgere Walter e Simon”. Queste le ultime notizie dal campo base del Nanga Parbat, dove questa mattina una finestra di bel tempo ha consentito, finalmente, di vedere la parete da vicino. E mentre i soccorsi vanno avanti senza sosta, il pensiero vola a Karl.
Il primo contatto tra Gallo e Agostino Da Polenza è avvenuto alle 2.10 di questa mattina. In Pakistan erano da poco passate le sei. “Si sta aprendo – ha annunciato Gallo – stiamo osservando la via Buhl con i binocoli. Lassù c’è il sole da mezz’ora, non sembra esserci molta neve. Spero ci siano le condizioni per scendere e che i ragazzi siano partiti”.
Da Nones e Kehrer, questa mattina, non si è avuta ancora alcuna notizia. Ma Gnaro Mondinelli non ha perso un minuto. Si è subito messo in cammino, seguito dai due portatori d’alta quota, per salire sul ghiacciaio, da dove dovrebbero scendere i due alpinisti. Da lì sta osservando la parete per capire i loro movimenti: al momento, però, non è ancora stato possibile scorgerli.
“Gnaro mi ha chiamato qualche minuto fa – ha detto Gallo in una nuova telefonata poco dopo le sette, ora italiana -. Stanno cercandoli col binocolo, ma ancora non sono riusciti a vederli. La speranza, comunque, è che ora Walter e Simon stiano scendendo”.
“Osservando la via, sembra che la parte alta fosse la più facile – prosegue Gallo -. Ma è molto difficile sapere quanto tempo possano impiegare a scendere, perché il ghiacciaio è complicato. E poi per tutta la notte ha continuato a scaricare, cadevano seracchi, piccole valanghe dovute alle nevicate delle ultime ore”.
“Non sappiamo ancora se far muovere gli elicotteri – prosegue Gallo - il tempo ancora non è così pulito. Ogni tanto sul ghiacciaio si chiude tutto, dobbiamo aspettare”.
Dal campo base, un pensiero vola anche a Karl Unterkircher. “Stiamo tutti pensando in maniera intensa a Simon e Walter – racconta Gallo -, cercando di entrare nella loro testa, nei loro movimenti. Però da quando siamo arrivati al campo base il pensiero è tornato a Karl. Stanotte ho dormito nella tendina che hanno usato a campo 1, sul materassino su cui ha dormito anche lui, ho sentito di essergli molto vicino questa notte. Vorrei che non ci dimenticassimo, in tutta questa corsa, di ciò che è accaduto a Karl. Si rischia di correre dietro ai fatti e di non riflettere su quello che è successo”. Sara Sottocornola |
ore 9:59 del 22/07/2008 |
HIMALAYA: ALTRA NOTTE AL BIVACCO, OGGI TENTATIVO DISCESA
BOLZANO - Ancora una notte da trascorrere al bivacco a quota settemila per Walter Nones e Simon Kehrer, gli alpinisti italiani che stanno faticosamente scendendo dal Nanga Parbat dopo la scomparsa di Karl Unterkircher, il capospedizione caduto in un crepaccio mercoledi' scorso.
In queste ore l'Himalaya sta mostrando il lato estremo del suo volto, con una forte tormenta che sino dalle prime luci dell'alba si e' abbattuta sulla zona dove si trovano gli alpinisti, con raffiche intense e con la nebbia che avvolge la vetta e le pareti di ghiaccio.
Di prima mattina Simon e Walter hanno chiamato con il telefono satellitare Maurizio Gallo, che dal campo base si occupa dei soccorsi coordinati a Bergamo dall'equipe di Agostino Da Polenza: ''Stiamo bene e siamo abbastanza in forma'' hanno detto, annunciando pero' difficolta' di orientamento a causa della tempesta.
Successivamente i due sono riusciti a procedere un po' nel loro cammino, coprendo pero' in tutta la giornata poche centinaia di metri prima di decidere di allestire un nuovo bivacco nel quale trascorrere la notte.
''I due - ha detto Da Polenza - mostrano di saper decidere con lucidita', avendo preferito trascorrere un'altra notte in quota piuttosto che affrontare una discesa che, con la bufera, avrebbe potuto rivelarsi particolarmente pericolosa''.
A complicare decisamente le cose c'e' stata poi la mancanza del Gps, l'apparecchio che consentirebbe di fare il punto preciso sulla posizione anche in assenza di visibilita'. I membri della spedizione avevano appositamente compiuto in precedenza una ricognizione nella zona nella quale si trovano ora Nones e Kehrer, proprio allo scopo di agevolare la discesa con una serie di punti fissi che avrebbero potuto fornire un tracciato esatto del percorso.
Da lassu', pero', gli alpinisti hanno fatto sapere che l'apparecchio era stato abbandonato in precedenza allo scopo di alleggerire il piu' possibile il fardello da portare in quota. E cosi', ora, gli alpinisti debbono procedere a vista e debbono giocoforza fermarsi quando la visibilita' e' scarsa, anche perche' le pareti e le selle tra le quali si snoda il loro percorso presentano numerose insidie, tra cui innumerevoli crepacci, troppo simili a quello che ha inghiottito Karl Unterkircher. A proteggere gli italiani dalla tormenta c'e' una tendina che li isola dall'ambiente esterno e dalle temperature che la notte possono raggiungere i -14 gradi.
Si tratta di una tenda piccolissima, ampia quel tanto che e' necessario per contenere gli alpinisti in posizione sdraiata. La vicinanza dei corpi, tuttavia, impedisce la dispersione del calore, fornendo un certo conforto durante la notte, quando puo' essere anche acceso il piccolo bruciatore a gas che consente di riscaldare l'acqua ed il cibo. E del conforto della tendina Simon Kehrer e Walter Nones avranno certamente bisogno anche nelle prossime ore, visto che le previsioni meteorologiche non accennano a schiarite.
di Roberto Tomasi ( Ansa.it) |
ore 20:45 del 21/07/2008 |
HIMALAYA: ITALIANI NELLA TORMENTA, BIVACCO IN QUOTA
BOLZANO - Ancora una notte da trascorrere al bivacco a quota settemila per Walter Nones e Simon Kehrer, gli alpinisti italiani che stanno faticosamente scendendo dal Nanga Parbat dopo la scomparsa di Karl Unterkircher, il capospedizione caduto in un crepaccio mercoledi' scorso.
In queste ore l'Himalaya sta mostrando il lato estremo del suo volto, con una forte tormenta che sino dalle prime luci dell'alba si e' abbattuta sulla zona dove si trovano gli alpinisti, con raffiche intense e con la nebbia che avvolge la vetta e le pareti di ghiaccio.
Di prima mattina Simon e Walter hanno chiamato con il telefono satellitare Maurizio Gallo, che dal campo base si occupa dei soccorsi coordinati a Bergamo dall'equipe di Agostino Da Polenza: ''Stiamo bene e siamo abbastanza in forma'' hanno detto, annunciando pero' difficolta' di orientamento a causa della tempesta.
Successivamente i due sono riusciti a procedere un po' nel loro cammino, coprendo pero' in tutta la giornata poche centinaia di metri prima di decidere di allestire un nuovo bivacco nel quale trascorrere la notte.
''I due - ha detto Da Polenza - mostrano di saper decidere con lucidita', avendo preferito trascorrere un'altra notte in quota piuttosto che affrontare una discesa che, con la bufera, avrebbe potuto rivelarsi particolarmente pericolosa''.
A complicare decisamente le cose c'e' stata poi la mancanza del Gps, l'apparecchio che consentirebbe di fare il punto preciso sulla posizione anche in assenza di visibilita'. I membri della spedizione avevano appositamente compiuto in precedenza una ricognizione nella zona nella quale si trovano ora Nones e Kehrer, proprio allo scopo di agevolare la discesa con una serie di punti fissi che avrebbero potuto fornire un tracciato esatto del percorso.
Da lassu', pero', gli alpinisti hanno fatto sapere che l'apparecchio era stato abbandonato in precedenza allo scopo di alleggerire il piu' possibile il fardello da portare in quota. E cosi', ora, gli alpinisti debbono procedere a vista e debbono giocoforza fermarsi quando la visibilita' e' scarsa, anche perche' le pareti e le selle tra le quali si snoda il loro percorso presentano numerose insidie, tra cui innumerevoli crepacci, troppo simili a quello che ha inghiottito Karl Unterkircher. A proteggere gli italiani dalla tormenta c'e' una tendina che li isola dall'ambiente esterno e dalle temperature che la notte possono raggiungere i -14 gradi.
Si tratta di una tenda piccolissima, ampia quel tanto che e' necessario per contenere gli alpinisti in posizione sdraiata. La vicinanza dei corpi, tuttavia, impedisce la dispersione del calore, fornendo un certo conforto durante la notte, quando puo' essere anche acceso il piccolo bruciatore a gas che consente di riscaldare l'acqua ed il cibo. E del conforto della tendina Simon Kehrer e Walter Nones avranno certamente bisogno anche nelle prossime ore, visto che le previsioni meteorologiche non accennano a schiarite.
di Roberto Tomasi ( Ansa.it) |
ore 18:08 del 21/07/2008 |
Nones: non si vede niente, ma tentiamo di scendere
BERGAMO -- "Vogliamo arrivare almeno al campo deposito, ma scendiamo piano piano perchè oggi non si vedeva niente". Queste le parole che Walter Nones ha detto poco fa al telefono ad Agostino Da Polenza. L'alpinista, bloccato con il compagno a settemila metri di quota per la tormenta, è lucido e prudente. Ha confermato che sia lui che Kehrer stanno bene e che procedono con calma senza correre rischi: una strategia fondamentale visto che il cattivo tempo rende molto rischiosa la discesa dalla montagna.
Nuovo contatto fra gli alpinisti sul Nanga Parbat e Agostino Da Polenza. Poco prima delle 17 ora italiana (le 21 in Pakistan), Walter Nones ha parlato con l'Italia, comunicando le intenzioni per domani e ricevendo, da Agostino Da Polenza, le previsioni meteorologiche per le prossime ore, che purtroppo non promettono nulla di buono.
HIMALAYA: NUOVA NOTTE AL BIVACCO PER GLI ITALIANI
ROMA - E' calata nuovamente la sera in Pakistan e Walter Nones e Simon Kehrer si apprestano a trascorrere un'altra notte al bivacco a quota 7 mila lungo la difficile strada che li separa dal campo base.
A causa della bufera di quest'oggi i due sono riusciti a procedere di appena qualche centinaio di metri. Come hanno detto i soccorritori che li seguono contattandoli con il telefono satellitare, il percorso, gia' difficile per la visibilita' quasi nulla, e' reso particolarmente infido dalla presenza di numerosi crepacci.
''Il morale - ha detto Agostino Da Polenza di Everest K2-Cnr - appare tuttavia buono, sebbene Walter e Simon comincino ad essere stanchi''. ''I due - ha detto ancora Da Polenza - mostrano comunque di saper decidere con lucidita', avendo preferito trascorrere un'altra notte in quota piuttosto che affrontare una discesa che, con la bufera, avrebbe potuto rivelarsi particolarmente pericolosa''.
I due italiani non hanno con loro l'apparecchio gps. L'apparecchiatura, che consentirebbe loro di fare il punto anche in condizioni meteo avverse come quella attuale, e' rimasta in un campo intermedio, mentre la spedizione stava per affrontare la salita sulla montagna. Prima di intraprendere la salita vera e propria, infatti, i membri della spedizione avevano provveduto a raccogliere i dati necessari a comporre i vari punti del tracciato che li avrebbe condotti al campo base con la guida del gps. Come ha detto Simon Kehrer in un collegamento telefonico con i soccorritori di Everest K2-Cnr, l'apparecchio e' stato lasciato piu' in basso perche' nell'ultima fase della salita occorreva alleggerire il piu' possibile il carico degli alpinisti
(montagna.tv & Ansa.it) |
ore 14:32 del 21/07/2008 |
Nones e Kehrer fermi a 7000 metri per la tormenta
FAIRY MEADOWS, Pakistan -- Simon e Walter hanno contattato Maurizio Gallo al campo base. Stanno bene e sono abbastanza in forma. Sono a quota 7000 metri a causa di una tormenta che ha provocato alcune difficoltà di orientamento ai due alpinisti, che si trovano ancora sul ghiacciaio Bazin, tra i due “denti d’argento”. Esattamente dove transita la via di Hermann Buhl, che seguiranno per la discesa.
Dal luogo in cui si trovano ora, gli alpinisti dovrebbero iniziare la discesa lungo la cresta ma, a causa delle pessime condizioni meteo, hanno saggiamente deciso di piantare la tenda e di bivaccare lì per questa notte.
Nones e Kehrer hanno inoltre detto a Gallo di avere con loro viveri e gas. Lassù c’è tormenta ma al suolo ci sono pochi centimetri di neve, il che riduce di molto l’eventuale pericolo di valanghe.
“Siamo tutti in fiduciosa attesa - commenta Agostino Da Polenza - conoscendo bene le doti alpinistiche di Simon e Walter e le loro capacità tecniche, dimostrate anche da queste scelte di prudenza”.
HIMALAYA: ALPINISTI FERMI A QUOTA 7.000, C'E' TORMENTA
ROMA - Walter Nones e Simon Kehrer, i due alpinisti italiani che stanno discendendo dal Nanga Parbat, sono bloccati a quota 7000 da una tormenta. Lo riferisce montagna.tv.
I due hanno contattato Maurizio Gallo al campo base. Stanno bene e sono abbastanza in forma. La tormenta ha provocato alcune difficolta' di orientamento ai due alpinisti, che si trovano ancora sul ghiacciaio Bazin, tra i due ''denti d'argento''. Esattamente dove transita la via di Hermann Buhl, che seguiranno per la discesa.
Dal luogo in cui si trovano ora, gli alpinisti dovrebbero iniziare la discesa lungo la cresta ma, a causa delle pessime condizioni meteo, hanno deciso di piantare la tenda e di bivaccare li' per questa notte, hanno fatto sapere i soccorritori di Bergamo.
Anche al campo base il tempo e' di nuovo in peggioramento; intanto Nones e Kehrer hanno detto a Gallo di avere con loro viveri e gas. Lassu' c'e' tormenta, ma al suolo ci sono pochi centimetri di neve, fattore che riduce di molto l'eventuale pericolo di valanghe. ''Siamo tutti in fiduciosa attesa - ha commentato Agostino Da Polenza - conoscendo le doti alpinistiche dei due e le loro capacita' tecniche, dimostrate anche da queste scelte di prudenza''.
(montagna.tv & Ansa.it) |
ore 09:52 del 21/07/2008 |
Mondinelli e Gallo saliti al campo avanzato: piove
ISLAMABAD, Pakistan – “Siamo saliti al campo base avanzato, ma piove e al momento la visibilità è nulla”. Queste le ultime notizie che arrivano dai piedi della parete Rakhiot del Nanga Parbat, dove Maurizio Gallo e Silvio Gnaro Mondinelli stanno muovendosi incontro a Walter Nones e Simon Kehrer, che nelle scorse ore dovrebbero aver iniziato la discesa dal Bazin Glacier.
Pioveva, questa mattina alle due (le 6 del mattino in Pakistan) sopra il Nanga Parbat. Il cielo, che ieri sera era limpido e pieno di stelle, nella notte si è coperto completamente di nubi.
Sospesa, quindi, per scarsa visibilità, la ricognizione in elicottero ipotizzata per individuare la precisa linea di discesa di Nones e Kehrer, impegnati su un ghiacciaio ampio e pieno di seracchi.
Immediata, invece, la partenza di Gallo e Mondinelli verso il campo base avanzato, che si trova a quasi cinquemila metri, ai piedi della parete Rakhiot. Con loro, incontro a Nones e Kehrer, sono saliti due portatori d’alta quota. Il gruppo è arrivato lassù intorno alle 12, ora pakistana.
“Piove ancora – racconta Gallo – le nuvole sono basse, il tempo è davvero cupo. La parete non si vede perché c’è troppa nebbia, speriamo che più avanti si alzi e ci sia qualche schiarita. La nostra speranza è comunque quella di poter fare una ricognizione in volo per capire dove Walter e Simon si stanno muovendo: il ghiacciaio che devono attraversare è molto ampio e complesso”.
Mondinelli e Gallo resteranno al campo avanzato fino a che una schiarita non permetterà loro di vedere la parete e individuare la posizione dei due alpinisti in discesa, che questa mattina, forse a causa delle avverse condizioni meteo, non sono ancora riusciti a mettersi in contatto con i soccorritori.
“Non è una discesa facile – aggiunge Mondinelli - ci sono tanti crepacci e se c’è la nebbia è facile perdersi. Ma è probabile che comunque più in alto ci sia il sole perché qui c’è una luce tremenda. Forse per Walter e Simon le condizioni sono migliori”.
Nones e Kehrer sono usciti ieri pomeriggio dall’insidiosa parete Rakhiot del massiccio pakistano, sulla quale hanno perso il capo spedizione Karl Unterkircher precipitato in un crepaccio martedì scorso. L’hanno superata seguendo una linea nuova, verticale e difficoltosa, che sale nel centro esatto della parete. Ieri sera hanno bivaccato sopra la Sella d’Argento, a circa 7.200 metri di quota, e ora stanno scendendo dalla via Buhl, una linea molto più lunga, che invece circumnaviga il versante della montagna sulla sua sinistra.
Sara Sottocornola
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ore 09:50 del 21/07/2008 |
NONES E KEHRER, IN ATTESA TENTATIVO DISCESA CON GLI SCI
ROMA - Giu' con gli sci fino a quota 6.500, per arrivare al campo base. E' questo il piano di Walter Nones e Simon Kehrer, che ieri sono riusciti a stabilire un contatto con i soccorritori dopo cinque giorni di isolamento sul Nanga Parbat. 'Stiamo bene, arriviamo con gli sci', hanno detto ieri.
I soccorritori sono saliti al campo base avanzato, ma piove e al momento la visibilità è nulla sull'Himalaia, dove i soccorritori stanno andando incontro ai due italiani bloccati sul Nanga Parbat. Nei pressi della parete Rakhiot Maurizio Gallo e Gnaro Mondinelli stanno avanzando per raggiungere Walter Nones e Simon Kehrer.
(Ansa.it)
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ore 20:30 del 20/07/2008 |
NONES E KEHRER: ''STIAMO BENE''
BOLZANO - Il quinto giorno dopo la disgrazia costata la vita a Karl Unterkircher il contatto con Walter Nones e Simon Kehrer, bloccati lassu' a quota 7 mila, e' stato stabilito.
Con il satellitare lanciato da un elicottero la voce di Kehrer e' rimbalzata dalle vette dell'Himalaya alle montagne dell'Alto Adige: due parole con Marta, la fidanzata che non l'aveva piu' sentito da quando gran parte dell'attrezzatura della spedizione era andata perduta assieme alla speranza di rivedere Unterkircher vivo.
La seconda chiamata e' arrivata a Manuela, la moglie di Nones: ''Silke, come sta Silke, la compagna di Karl?'', ha chiesto l'alpinista. Poi un'altra conversazione piu' lunga, ricevuta a Bergamo dove opera il centro di Agostino Da Polenza che ha coordinato i soccorsi. La voce di Walter Nones, con il suo accento di trentino montanaro, e' forte e chiara: ''Stiamo bene, scendiamo dalla Buhl''. Per un gesto ''di rispetto'' per Unterkircher i due torneranno giu' con gli sci dalla montagna maledetta.
Niente recupero con degli elicotteri rimasti in attesa per il maltempo. Si scende alla montanara, con l'ombra di Unterkircher che proteggera' i due scampati. Poco dopo l'alba, in Italia e' ancora notte, dal campo base dei soccorsi arrivano brutte notizie: gli elicotteri oggi non potranno salire, c'e' pioggia e vento e la croda dove si trovano Walter e Simon e' avvolta dalla nebbia. Sono ormai passate 24 ore dal lancio di un telefono satellitare da un elicottero paksitano, ma c'e' ancora il silenzio radio.
Dopo alcune ore arriva un primo segnale: dal telefono vengono fatte alcune chiamate, uno squillo e poi il silenzio. Segno che era giusta l'ipotesi fatta il giorno prima, e che cioe' nella zona dove i due avevano bivaccato non c'era campo. Poco dopo lo squillo arriva a Marta in Alto Adige con il breve saluto da Martin. Poi, finalmente, le telefonate ai soccorritori, a Bergamo come al campo base, dove ci sono Maurizio Gallo e Gnaro Mondinelli che si affaccendano attorno agli elicotteri, per alleggerirli il piu' possibile e salire, appena il tempo lo permettera', fino quasi a sfiorare quota 7 mila, dove nemmeno le pale dei velivoli riescono a mordere l'aria rarefatta. I due torneranno dunque con i propri mezzi: l'allarme rientra, rientra anche all'Unita' di crisi della Farnesina, con il ministro Franco Frattini in contatto sin dal primo giorno per seguire gli sviluppi.
Tira un sospiro di sollievo Agostino Da Polenza,montanaro bergamasco con i suoi 53 anni portati bene, ex guida alpina, una vita passata sulle vette piu' alte del mondo alla guida del centro di ricerca Everest K2 - Cnr: ''Assieme ai nostri collaboratori - dice - ci sappiamo muovere sia sulle montagne, sia nelle relazioni con le autorita' di Paesi complessi come il Pakistan, il Nepal e la Cina. Siamo una macchina piccola ma efficiente''.
Quando cala la notte sul Nanga Parbat - chiamato dalla gente che vive alle sue falde la Montagna Nuda per le sue pareti scoscese - si fa il piano per l'indomani: giu' con gli sci a quota 6.500, fino al campo lasciato quando Unterkircher era ancora vivo. Niente elicotteri, ''per rispetto'' di quell'ombra che ha protetto e accompagnato fino la' Walter e Simon.
(Ansa.it)
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ore 18:52 del 20/07/2008 |
NONES E KEHRER: ''STIAMO BENE''
BOLZANO - Mentre sul Nanga Parbat e' ormai calata la notte e Walter Nones e Simon Kehrer si apprestano a dormire nel bivacco, nei contatti telefonici tra i due sull'Himalaya e la base dei soccorsi in Italia e' stata definita la strategia per le prossime ore.
Intorno alle 6 di domani mattina i due alpinisti inizieranno a scendere di quota. Percorreranno la via aperta da Hermann Buhl nel 1953. E' lunga e complessa: circumnaviga tutta la parete Rakhiot dalla sua parte sinistra. Nones e Kehrer hanno deciso di scendere da li', come tra l'altro aveva programmato Karl Unterkircher, perche' a 6.400 metri c'e' un campo deposito che avevano lasciato lassu' nelle scorse settimane, durante le salite d'acclimatamento.
''Nel corso della giornata avremo contatti continui con loro - ha detto Agostino Da Polenza - per decidere come muoverci. Evidentemente il sistema di soccorso resta in allerta fino a quando i due alpinisti non saranno al campo base. La discesa verra' seguita passo passo da Maurizio Gallo e Gnaro Mondinelli che sono pronti a intervenire dai piedi della Rakhiot''.
Oggi in un collegamento satellitare con il campo base Nones e Kehrerin avevano detto: "Stiamo bene. Siamo all'estremità superiore della via Bhul. Domani mattina iniziamo la discesa. Abbiamo gli sci".
I due alpinisti hanno effettuato parecchi tentativi di chiamata prima di riuscire a stabilire un contatto con Marta, la fidanzata di Kehrer. Pochi istanti dopo hanno chiamato Agostino Da Polenza comunicando la loro posizione e le loro intenzioni.
''Dalle prime telefonate con il satellitare - dice - abbiamo avuto la conferma che i due hanno gli sci, hanno viveri, hanno acqua e gas. Ora sono diretti verso il basso con gli sci. L'obiettivo e' di raggiungere il campo base a quota 6.500 predisposto assieme a Karl Unterkircher prima della partenza per la parete''.
''Una delle prime cose che Walter Nones mi ha detto e' di questa presenza, con l'ombra di Karl Unterkircher che li ha seguiti'' ha detto Da Polenza, dalla base dei soccorsi a Bergamo. ''Mi ha detto - ha affermato - che e' stata una presenza positiva, che si aggiungeva alla sofferenza ed al peso per la disgrazia. Sono stati positivamente forti e hanno metabolizzato la sciagura, mantenendo la lucidita' per continuare a salire, per trovare la giusta via d'uscita e prendere delle decisioni corrette''.
(Ansa.it)
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ore 16:52 del 20/07/2008 |
BOLZANO - "Siamo fuori dalla via, stiamo bene, scendiamo dalla Buhl". Lo hanno detto Walter Nones e Simon Kehrer in un collegamento satellitare con la base dei soccorsi in Italia. I due alpinisti sono riusciti finalmente a chiamare con il telefono satellitare calato ieri dall'elicottero di soccorso.
DOMANI SCENDIAMO CON GLI SCI
"Siamo all'estremità superiore della via Bhul. Domani mattina iniziamo la discesa. Abbiamo gli sci". Lo hanno detto i due italiani bloccati sul Nanga Parbat al telefono satellitare.
(Ans.it)
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ore 12:15 del 20/07/2008 |
FUORI DALLA RAKHIOT: NONES E KEHRER GIU' DALLA BUHL
BERGAMO -- "Siamo fuori dalla via, stiamo bene, scendiamo dalla Buhl". Poche, ma cariche di speranza le parole che Walter Nones e Simon Kehrer sono riusciti a dire pochi istanti fa collegandosi finalmente con l'Italia. I due alpinisti, che hanno raggiunto il Bazin Glacier, sono riusciti finalmente a chiamare con il telefono satellitare calato ieri dall'elicottero di soccorso della missione organizzata da Agostino Da Polenza.
La voce è sicura, squillante. "Stiamo bene - dice Walter Nones a Da Polenza -. Siamo all'estremità superiore della via Bhul. Domani mattina iniziamo la discesa. Stiamo bene, abbiamo gli sci".
Il collegamento satellitare è ancora zoppicante, ma la conversazione si svolge senza intoppi. In questo momento, Nones sta mettendosi in contatto con Maurizio Gallo, al campo base per coordinarsi con lui e Mondinelli sulla discesa
Erano le 10:50 quando al cellulare di Agostino Da Polenza è arrivato il primo segnale di chiamata dal telefono satellitare che Nones e Kehrer hanno ricevuto ieri. I due alpinisti hanno effettuato diversi tentativi di chiamata prima di riuscire a stabilire, finalmente, un contatto voce con Marta, la fidanzata di Kehrer. Pochi istanti dopo hanno chiamato Da Polenza comunicando la loro posizione e le loro intenzioni
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ore 09:42 del 20/07/2008 |
Nanga Parbat: nubi e problemi tecnici rallentano i soccorsi
BERGAMO -- Il meteo instabile, la finestra di bel tempo più breve del previsto e un problema tecnico dell'elicottero questa mattina stanno rallentando la ricognizione prevista sulla parete Rakhiot per seguire i movimenti di Walter Nones e Simon Kehrer. Al rallentamento forse contribuisce anche la richiesta di soccorso da parte della spedizione iraniana che sembra avere alcuni portatori d'alta quota dispersi nella parte alta del Nanga Parbat sul versante Diamir.
"Dal campo base, Maurizio Gallo e Gnaro Mondinelli tengono costantemente d'occhio la parete sulla quale si stanno addensando le nubi - racconta Agostino Da Polenza, che dirige l'operazione di soccorso da Bergamo -. In attesa dell'arrivo degli elicotteri, c'è da augurarsi che si possa comunque individuare la posizione di Walter e Simon con i cannocchiali, come nei giorni scorsi. Anche se ormai i due alpinisti dovrebbero essere in procinto di scavallare sul bacino del Bazin Glacier. Ma purtroppo questa è ancora una supposizione".
Doveva essere già partita la prima ricognizione in elicottero sulla parete Rakhiot, necessaria per capire la direzione di discesa di Nones e Kehrer che non sono ancora riusciti a prendere contatti con il campo base. Ma un problema tecnico ha impedito il decollo questa mattina all'alba. E al momento il maltempo impedisce la partenza di un nuovo sorvolo.
Il tempo oggi è meno bello di ieri – aveva detto Maurizio Gallo ad Agostino Da Polenza durante il primo contatto telefonico di oggi, avvenuto alle 2.15 del mattino -. Comunque non c’è vento e la temperatura non è male. Speriamo di fare presto la ricognizione: è importante avere una soluzione oggi perché ho paura che da domani ci sarà un peggioramento”.
Mentre Gallo e Mondinelli, al campo base di Fairy Meadows ai piedi della parete Rakhiot, sono in attesa degli elicotteri che dovrebbero arrivare da Gilgit, è giunta notizia che sul versante Diamir del Nanga Parbat la spedizione iraniana che ha raggiunto la vetta nei giorni scorsi si trova in difficoltà.
“Gli iraniani stanno cercando dei portatori dispersi nella parte alta della montagna – racconta Mondinelli -. Gli americani, che dovevano lasciare il campo base Diamir, si stanno trattenendo qualche giorno per aiutarli. Se decidessero di scendere per quella via, che tra l’altro è tutta attrezzata, Walter e Simon li potrebbero quindi incontrare. Da lì sarebbe importante che raggiungessero oggi campo 4, poi anche se viene brutto possono scendere lo stesso. L’importante è che oggi tenga il tempo tutto il giorno”.
Stamattina non è stato ancora possibile vedere la tenda in cui hanno bivaccato Nones e Kehrer, sul bordo del ghiacciaio Bazin.
“E’ fondamentale fare questa prima ricognizione – sottolinea Da Polenza - per capire la direzione che prenderanno Walter e Simon e per individuare come e dove dargli una mano in discesa”.
FAIRY MEADOWS, Pakistan -- Il bivacco dove Walter Nones e Simon Kehrer, la mattina del 19 luglio, sono stati avvistati dall'elicottero. Maurizio Gallo e Silvio Gnaro Mondinelli che osservano la parete Rakhiot, fotografata in volo da diverse angolazioni. Le possibili vie di discesa degli alpinisti dal versante Diamir, studiate sulle mappe di Google Earth. Questo ed altro nella nuovissima gallery di Montagna.org, che vi offre in esclusiva le ultime immagini giunte dal campo base del Nanga Parbat.
Sara Sottocornola
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ore 09:40 del 20/07/2008 |
HIMALAYA: NON VA IL TELEFONO, ALPINISTI VERSO LA SELLA
BOLZANO - Quarto giorno in parete per gli alpinisti italiani Simon Kehrer e Walter Nones dopo la scomparsa del capo della loro spedizione, Karl Unterkircher, finito in un crepaccio sul Nanga Parbat. All'alba di oggi sembrava che si sarebbe potuto stabilire un contatto con i due rocciatori con un telefono satellitare lanciato da un elicottero, ma qualcosa non ha funzionato. I due appaiono pero' rinfrancati dopo avere ricevuto dalla base dei soccorsi viveri e gas per il fornello e nella tarda mattinata sono stati visti incamminarsi lentamente verso l'alto. Poco prima del tramonto un nuovo avvistamento: ora la tenda dei due e' piazzata sotto un piccolo triangolo di ghiaccio a meta' di un nevaio pensile che taglia in due la montagna.
SALIRE O SCENDERE? - L'obiettivo dovrebbe essere una sella da dove poi potrebbero ridiscendere, raggiungendo un punto adatto per il sorvolo degli elicotteri che potrebbero tentare di prenderli a bordo. Dalla sua residenza di Castel Juval in Alto Adige, pero', il notissimo scalatore altoatesino Reinhold Messner ha ammonito: ''Walter e Simon potranno essere salvati soltanto se riusciranno a scendere fino all'altezza dove e' avvenuta la disgrazia a Karl Unterkicher''. Ma i due, evidentemente, hanno deciso diversamente: ''In questi casi comanda chi si trova in parete'', ha commentato Agostino Da Polenza che coordina i soccorritori arrivati sull'Himalaya.
IL TELEFONO - La giornata si era aperta con una buona notizia: i due stanno bene e sono stati visti da un elicottero che e' riuscito a salire fino a 7 mila metri di quota dopo essere alleggerito di ogni elemento inutile. Ai due e' stato lanciato anche un telefono satellitare, ma l'apparecchio e' rimasto muto. Forse per un guasto, forse perche' sotto il costone dove si trovano gli italiani non c'e' campo.
I SORVOLI - Due voli sono partiti in mattinata dal campo base con i soccorritori. Il primo volo non e' andato bene, poi il secondo tentativo ha avuto successo e gli alpinisti sono stati avvistati. Prima del tramonto sarebbe stata programmata un'altra missione, ma una forte tempesta di pioggia al campo base ne ha decretato l'annullamento. Si riprovera' domattina all'alba, quando e' previsto anche il lancio di una ricetrasmittente con la quale superare il black out audio.
LA BASE DEI SOCCORSI - I soccorsi sono coordinati da Bergamo dove opera Agostino Da Polenza che dirige da vent'anni il progetto Ev-K2 del Cnr che ha dato il via a campagne di misurazione dell'Everest e del K2, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche. La sua missione e' quella di fornire un supporto scientifico specializzato in aree remote di alta quota e la sua esperienza risulta ora determinante nelle operazioni di recupero degli italiani.
LA MONTAGNA MALEDETTA - Kehrer, di 29 anni, e Walter Nones, carabiniere di 36 anni, si apprestano dunque a trascorrere un'altra notte all'addiaccio dopo la scomparsa di Unterkircher sulla 'montagna maledetta', chiamata cosi' dagli alpinisti di tutto il mondo per l'alto tributo di vittime richiesto dalle sue pareti. Tra loro anche Guenther Messner, il fratello del Re degli Ottomila Reinhold Messner, travolto ed ucciso lassu' da una valanga nel 1970. Il suo corpo e' stato restituito dal ghiacciaio soltanto pochi anni fa.
di Roberto Tomasi (Ansa.it) |
ore 18:20 del 19/07/2008 |
Mondinelli: la tenda è sul bordo del ghiacciaio
BERGAMO – “La tenda di Walter e Simon è sotto il piccolo triangolo di ghiaccio a metà del ghiacciaio pensile”. Il nuovo avvistamento risale a poco prima del tramonto, quando una schiarita ha consentito a Gnaro Mondinelli e Maurizio Gallo di intravvedere, come ieri sera, la parte sommitale della montagna. E di individuare la posizione dei due alpinisti italiani di cui tutto il mondo sta seguendo i movimenti con il fiato sospeso.
Walter Nones e Simon Kehrer erano stati visti, qualche ora fa, salire verso l ’alto dopo aver smontato la tendina in cui avevano bivaccato. Mondinelli li aveva visti superare velocemente un salto di roccia circa 150 metri. Poi, delle nubi avevano coperto la vista della montagna e impedito di seguire i loro movimenti.
Finalmente, verso sera, una schiarita ha consentito a Mondinelli e Gallo di scorgere nuovamente la posizione dei due alpinisti italiani, che oramai si trovano sul bordo del ghiacciaio Bazin. Da loro, per ora, nessun contatto dal telefono satellitare che hanno ricevuto questo pomeriggio. Secondo gli esperti, può anche darsi che in quella posizione non abbiano la copertura del satellite.
“Al momento non sappiamo quale via di discesa intendono imboccare – spiega Agostino da Polenza che sta coordinando le operazioni da Bergamo -. Probabilmente domani mattina Mondinelli, con due portatori, verrà trasferito al campo base del versante Diamir mentre Gallo rimarrà ai piedi della Rakhiot con lo staff pakistano”.
Sara Sottocornola |
ore 18:18 del 19/07/2008 |
DISPERSI HIMALAYA, SOCCORSI RIPARTONO STANOTTE
BERGAMO - Riprenderanno questa notte intorno alle 3 (ora italiana) i tentativi di salvataggio degli alpinisti italiani Walter Nones e Simon Kehrer, bloccati da tre giorni a circa settemila metri di quota sulla cima himalayana del Nanga Parbat, dopo che il loro compagno Karl Unterkircher e' precipitato in un crepaccio.
La missione di soccorso, che ha portato gli alpinisti Silvio Mondinelli, Maurizio Gallo al campo base Rakhiot del Nanga Parbat, e' stata organizzata da Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Everest K2 Cnr, che sta coordinando le operazioni dalla sede di Bergamo.
Nelle scorse ore i soccorritori non sono riusciti a trarre in salvo i due alpinisti a causa del maltempo; ma un secondo tentativo sara' fatto gia' domani mattina. ''Siamo fiduciosi - spiega Agostino Da Polenza - se non altro perche' abbiamo visto Walter Nones e Simon Kehrer salire di buona lena al campo base. Ora in Pakistan e' calata la notte e non ci resta che aspettare''. Sono ore concitate quelle vissute nella sede di via San Bernardino del Comitato Everest K2 Cnr; Da Polenza e i suoi collaboratori sono in costante contatto telefonico e via internet con i due soccorritori. ''Domattina, sperando nel bel tempo, cercheremo di capire da che parte Nones e Kehrer proveranno a scendere, per andarli a recuperare'', fanno sapere dal comitato.
(Ansa.it) |
ore 11:00 del 19/07/2008 |
Nanga Parbat: viveri e telefono a Nones e Kehrer
BERGAMO – Seconda missione con un elicottero sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat. Totalmente alleggerito di sedili e accessori, con a bordo solamente i due piloti, l'elicottero ha potuto rasentare il ghiacciaio e lasciare un telefono satellitare vicino a Walter Nones e Simon Kehrer. Intanto Gnaro Mondinelli, ma anche Simone Moro ed Hervè Barmasse che si trovano al Batura 80 chilometri più a nord, sono allertati e pronti ad essere portati sulla parete in caso si renda necessario un loro intervento via terra.
Purtroppo, la radio lanciata durante la prima ricognizione sulla Rakhiot è andata perduta a causa della velocità che i velivoli hanno dovuto mantenere per restare stabili ad una quota così alta.
Rientrati al campo base, un elicottero è stato alleggerito ed è ripartito solamente con i piloti a bordo. Il velivolo è così riuscito ad avvicinarsi alla parete e a calare con una corda un sacchetto con un telefono satellitare e dei viveri in prossimità di un dosso sul ghiacciaio pensile dove hanno bivaccato Nones e Kehrer. Il sacchetto è stato deposto a poche decine di metri dai due.
“Sembra che l’unica soluzione percorribile – spiega Agostino Da Polenza - sia a questo punto quella di far tornare Walter e Simon ad una quota intorno ai 6500 metri, in prossimità del luogo dove è accaduto l’incidente di Karl, sul grande ghiacciaio pensile che taglia a metà la parete Rakhiot. Lì i piloti hanno individuato la possibilità di tentare un recupero”.
Da questo momento in poi si è rimasti in attesa del rientro di Nones e Kherer alla tenda e che si mettessero in contatto tramite il telefono satellitare.
Per una ragione, non ancora nota al momento, questo non è stato ancora possibile.
Nel frattempo alcune nubi hanno incominciato a ricoprire la parete del Rakhiot. Alle 9 una schiarita ha permesso di vedere dal Campo Base che i due alpinisti erano rientrati alla tenda.
Al momento, si sta pensando ad un nuovo volo fino alla tenda: è infatti fondamentale entrare in contatto con loro e a questo puto indicargli obbligatoriamente di scendere di quota.
Sara Sottocornola |
ore 10:55 del 19/07/2008 |
NONES E KEHRER VIVI, SALUTANO ELICOTTERO
BOLZANO - "Walter Nones e Simon Kehrer sono vivi e stanno bene": lo ha detto Agostino Da Polenza, che sta coordinando i soccorsi dall'Italia per salvare i due scalatori in parete sul Nanga Parbat, in Nepal. I due quando sono stati avvistati dall'elicottero dei soccorsi hanno fatto segni di saluto verso l'equipaggio. "Un prima lancio è andato perso perché l'elicottero a causa dell'aria rarefatta ha dovuto volare troppo velocemente", ha raccontato all'ANSA Da Polenza. "L'elicottero è così tornato al campo base dove è stato completamente svuotato, togliendo sedili e tutto quello che non servisse". "L'elicottero - ha proseguito - è poi tornato in quota e ha calato un sacchetto con viveri e con un telefono satellitare in prossimità dei due alpinisti. Purtroppo per il momento non siamo riusciti a parlare con loro. Forse il telefono si è rotto nel lancio, forse è andato perso in un crepaccio".
SOCCORRITORI: SE SCENDONO 500 MT SI PUO' INTERVENIRE
"Loro sono appena sotto la fascia di roccia e dobbiamo fargli capire di scendere di altri 400-500 metri" per intervenire. Lo ha detto Maurizio Gallo, che all'alba ha sorvolato con Gnaro Mondinelli la parete Rakhiot del Nanga Parbat, avvistando Walter Nones e Simon Kehrer. Sono -ha precisato- al limite superiore del nevaio pensile appena sotto il triangolo che delimita a destra la sella. Raggiungerli lassù con l'elicottero per portarli via è impossibile. Dobbiamo fargli capire di scendere altri 400-500 metri per cercare di raggiungere una zona pianeggiante più in basso, dove noi con gli elicotteri potremmo fermare in aria. Dovrebbero scendere sotto lo sperone che hanno aggirato, anche se è una zona un po' pericolosa visti i seracchi (blocchi di ghiaccio di vari metri di altezza a forma di guglia, ndr) che ci sono sopra".
SOCCORRITORI RACCONTANO I DUE INTERVENTI DI STAMANI
"Questa mattina siamo partiti con due elicotteri. Siamo arrivati a circa 23 mila piedi, la quota massima a cui possono arrivare gli Ecoureil: circa 7.250 metri". Lo ha detto Maurizio Gallo, che all'alba ha sorvolato con Gnaro Mondinelli la parete Rakhiot del Nanga Parbat, avvistando Walter Nones e Simon Kehrer, facendo il racconto dei due primi tentativi di soccorso fatti oggi. "Siamo saliti sulla parete - ha detto Gallo a www.montagna.tv - e abbiamo visto la tenda esattamente dove era ieri . Quando hanno sentito gli elicotteri, Walter e Simon sono usciti tutti e due ci hanno salutati: stavano bene. Abbiamo provato a lanciare un sacco con una radio e dei viveri 200 metri sotto di loro dove c'é un piccolo plateau, perché la loro tenda è piazzata su una parete proprio ripida e lì sarebbe stato impossibile". "Purtroppo - ha detto Gallo - la velocità dell'elicottero ha spinto il sacco lontano nei crepacci. A quella quota gli elicotteri devono mantenere una velocità di 40 chilometri all'ora, quindi non si riesce né a fare lowering né a stare fermi". Nel secondo tentativo, invece - ha proseguito Gallo - sono saliti solo i piloti e sono riusciti a lanciare i viveri e il telefono vicino agli alpinisti. "Loro sono appena sotto la fascia di roccia - racconta Gallo -, al limite superiore del nevaio pensile appena sotto il triangolo che delimita a destra la sella -. Raggiungerli lassù con l'elicottero per portarli via è impossibile. Dobbiamo fargli capire di scendere altri 400-500 metri per cercare di raggiungere una zona pianeggiante più in basso, dove noi con gli elicotteri potremmo fare lowering. Dovrebbero scendere sotto lo sperone che hanno aggirato, anche se è una zona un po' pericolosa visti i seracchi che ci sono sopra".
(Ansa.it) |
ore 20:00 del 18/07/2008 |
NONES E KEHRER, ANCORA NOTTE IN TENDA
BOLZANO - Walter Nones e Simon Kehrer passeranno un'altra notte in parete sul Nanga Parbat chiusi nella loro piccola tenda arancione. Probabilmente hanno sentito il motore dell'elicottero con i soccorritori giunti dall'Italia e si sentiranno meno soli, dopo che mercoledì hanno visto morire in un crepaccio il loro compagno di cordata Karl Unterkircher. "La situazione resta comunque molto pericolosa", ha detto Reinhold Messner, che è in costante contatto telefonico con il campo base, mentre gli sviluppi vengono seguiti personalmente dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, tramite l'Unità di crisi.
Da ieri ad oggi la tenda è stata spostata in sù di un centinaio di metri ed ora si trova a circa 6.950 metri di quota, ha detto Agostino Da Polenza, direttore del Comitato 'Everest K2-Cnr', che sta coordinando i soccorsi dall'Italia. Il percorso compiuto nelle ultime 24, "seppur breve, è comunque proporzionato rispetto all'elevato grado di difficoltà del tratto da superare, prossimo al punto in cui confluiscono due vie, una delle quali idonea all'eventuale discesa, anche con gli sci", spiegano al Comando generale dell'Arma, che segue da vicino la situazione (Nones è un appuntato scelto dei Carabinieri, in servizio al Centro di addestramento alpino di Selva di Val Gardena). "A Simon e Walter mancano circa 250 metri di arrampicata impegnativa su roccia e seraccata", ha spiegato Da Polenza. "Speriamo che oggi abbiano già messo alcune corde fisse e che domani potranno superare questo ostacolo".
"Gli elicotteri - ha aggiunto - saranno pronti domani alle 6 del mattino, che significa le 2 di notte in Italia. Se Dio ce la manda buona, potranno lanciare a Simon e Walter viveri e attrezzatura". In Pakistan era pomeriggio quando gli alpinisti italiani Silvio Mondinelli e Maurizio Gallo sono atterrati a bordo di un elicottero dell'esercito pakistano sul prato a 4.000 mila metri di quota che Unterkircher, Kehrer e Nones avevano scelto come campo base. Contemporaneamente, Messner ha stabilito un contatto telefonico con una guida pakistana che si trova proprio sul posto. Le prime informazioni che arrivavano dall'Himalaya erano molto positive. "Walter e Simon stanno aspettando aiuti in una tenda a quota 6.400 metri, nelle vicinanze del luogo dell'incidente a Unterkircher. A quella quota potrebbe anche intervenire un elicottero", ha detto Messner. Si sono così accese le speranze. Poi un'altra telefonata dal campo base.
"Le cose si stanno complicando. La tenda localizzata in parete si trova più in alto tra i 6.500 e i 7.000 metri di quota e non a 6.400 metri, come mi era stato detto in un primo momento. Sono troppo in alto per un intervento con l'elicottero", ha precisato Messner, dopo aver sentito la guida pakistana. "Con ogni probabilità - ha spiegato - Simon e Walter hanno proseguito dopo l'incidente e stanno cercando di raggiungere il fianco Diamir del Nanga Parbat, dove sperano di trovare le tende e le corde di un'altra spedizione. Questo è però molto difficile. Speriamo che abbiano sentito il rumore dell'elicottero durante il volo di ricognizione. Questo gli dovrebbe dare fiducia". Domani mattina, all'alba, gli elicotteri si metteranno in volo. Mondinelli e Gallo vorrebbero almeno lanciare viveri e un telefono satellitare per stabilire un contatto ed interrompere così il silenzio che dura ormai da troppi giorni.
(Ansa.it) |
ore 17:25 del 18/07/2008 |
Schiarita al tramonto: vista la tenda di Nones e Kehrer
BERGAMO -- Una schiarita al tramonto ha consentito, pochi minuti fa, a Maurizio Gallo e Gnaro Mondinelli di scorgere, “con una probabilità del 90 per cento”, la tenda di Walter Nones e Simon Kehrer, piazzata a una quota presumibile di 7000 metri. Si trova in prossimità della sommità dell’ultimo nevaio, prima della parete rocciosa che dà accesso alla sella.
La telefonata è arrivata pochi minuti fa dal campo base Rakhiot del Nanga Parbat. Dal raffronto col personale pakistano che aveva avvistato ieri sera i due alpinisti italiani, sembra che la tenda sia stata spostata più in alto di circa cento metri e più a sinistra rispetto a ieri.
“Se quella, come sembra, è la tenda di Walter e Simon - raccontano Gallo e Mondinelli -, vuol dire che loro, per uscire dalla parete, dovranno ancora salire un tratto di 100 metri di parete rocciosa piuttosto difficile dal punto di vista tecnico. E per arrivare sulla sella dovranno costeggiare e superare, sulla destra, la seraccata terminale su terreno misto per altri 150 metri”.
“Walter e Simon sono saliti più a destra rispetto alla via che aveva individuato Unterkircher - aggiungono Gallo e Mondinelli -, aggirando un ampio sperone di terreno misto e ritornando poi sul percorso originale nel punto dove si trovano ora”.
Sara Sottocornola
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ore 17:10 del 18/07/2008 |
NONES E KEHRER,
BOLZANO - Walter Nones e Simon Kehrer passeranno un'altra notte in parete sul Nanga Parbat chiusi nella loro piccola tenda. Probabilmente hanno sentito il motore dell'elicottero con i soccorritori giunti dall'Italia e si sentiranno meno soli. "La situazione resta comunque molto pericolosa", come ha spiegato Reinhold Messner che è in costante contatto telefonico con il campo base. In Pakistan era pomeriggio quando gli alpinisti italiani Silvio Mondinelli e Maurizio Gallo sono atterrati a bordo di un elicottero dell'esercito pakistano sul prato a 4.000 mila metri di quota che Unterkircher, Kehrer e Nones avevano scelto come campo base. Contemporaneamente Messner ha stabilito un contatto telefonico con una guida pakistana che si trovava proprio sul posto. Le prime informazioni che arrivavano dall'Himalaya erano molto positive. "Walter e Simon stanno aspettando aiuti in una tenda a quota 6.400 metri, nelle vicinanze del luogo dell'incidente di Karl Unterkircher.
A quella quota potrebbe anche intervenire un elicottero", ha saputo Messner. Si sono così accese le speranze. Già sabato mattina, con il bel tempo, - si diceva - gli elicotteri potrebbero recuperare i due alpinisti. Poi un'altra telefonata dal campo base. "Le cose si stanno complicando. La tenda localizzata in parete si trova più in alto, tra i 6.500 e i 7.000 metri di quota, e non a 6.400 metri, come mi era stato detto in un primo momento. Sono troppo in alto per un intervento con l'elicottero", ha detto Messner dopo aver sentito la guida pakistana. "Con ogni probabilità - ha spiegato Messner - Simon Kehrer e Walter Nones hanno proseguito dopo l'incidente e stanno cercando di raggiungere il fianco Diamir del Nanga Parbat, dove sperano di trovare le tende e corde di un'altra spedizione. Questo è però molto difficile. Speriamo che i due abbiano sentito il rumore dell'elicottero durante il volo di ricognizione. Questo gli dovrebbe dare fiducia".
Secondo Messner, "é molto difficile stabilire l'esatta posizione della tenda con le nuvole che solo di tanto in tanto permettono di lanciare uno sguardo sulla parete Rakhiot". Domani mattina, all'alba, gli elicotteri si metteranno in volo. "Simon e Walter a questo punto dovrebbero tornare giù verso il luogo dell'incidente, dove potrebbero essere caricati dagli elicotteri". Mondinelli e Gallo vorrebbero almeno lanciar loro dei viveri e un telefono satellitare per stabilire un contatto ed interrompere il silenzio che dura ormai da troppi giorni.
(Ansa.it)
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ore 12:25 del 18/07/2008 |
NONES E KEHRER, AVVISTATA TENDA
BOLZANO - "Walter Nones e Simon Kehrer stanno aspettando aiuti in una tenda a quota 6.400 metri, nelle vicinanza del luogo dell'incidente di Karl Unterkircher. A quella quota potrebbe anche intervenire un elicottero", lo ha detto Reinhold Messner all'ANSA dopo aver telefonato con una guida pakistana che si trova al campo base.
"Al campo base sono arrivati due elicotteri dell'esercito pakistano con eccellenti piloti che nel 2005 avevano già recuperato l'alpinista sloveno Thomas Humar dalla parete sud del Nanga Parbat", ha spiegato Messner. "Attualmente ci sono nuvole e si deve aspettare un miglioramento del tempo". "Sembra proprio che Kehrer e Nones dopo l'incidente non abbiano proseguito con la scalata ma abbiano fatto l'unica cosa giusta, ovvero mettere su una tenda ed aspettare aiuti ad una quota accessibile per gli elicotteri", ha proseguito Messner. Il re degli ottomila è in costante contatto telefonico con una guida pakistana che si trova sul posto. "Nella parete, a quota 6.400 metri, si vede una tenda. Sarebbe assurdo se Nones e Kehrer avessero abbandonato la tenda per proseguire la scalata senza equipaggiamento. Ora sono davvero fiducioso", ha detto Messner.
(Ansa.it)
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ore 11:25 del 18/07/2008 |
“Cari amici, sostenitori e fan di Karl”.
…era questa la frase, con la quale iniziavo, ogni volta che vi mandavo i SUOI comunicati. Non avrei mai immaginato di chiudere i comunicati con una tragedia talmente forte da rendere la mia mente confusa.
Vi scrivo con dita tremanti e fiumi di lacrime... ogni tanto chiamo KARL... KARL... e in mezzo a questi miei pensieri, due cellulari che mi bombardano... sono i mass media. Li tengo accesi sperando di vedere sul display il numero satellitare di Karl. Sono però al corrente che la batteria è agli ultimi sgoccioli se non già esaurita.
Questa tremenda notizia mi ha spezzato il cuore. A nome di Karl Vi scrivo per l'ultima volta, ringraziandoVi per la collaborazione, il Vs. supporto, il Vs. interesse per Karl. Vi prego anche di accettare le mie scuse qualora Vi avessi creato involontariamente per la mia mancanza di esperienza, qualche problema.
Eravamo rimasti d'accordo prima della spedizione che mi avrebbe inviato casualmente i comunicati da poi inoltrare a tutti Voi. Peccato, peccato... Nel suo ultimo comunicato di domenica mi ha scritto:
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"Hoi Herbert, dut aposto?
dantaldut de gra mo de dut cant
chel che te fes per me.
te mandi mo n report dan pie via.
Avrei pea l satellitare.
SMS pudons se audi
saluc a duc
ciao Karl" |
Ciao Herbert, tutto apposto?
prima di tutto un grazie
di tutto quel che fai per me.
prima di partire ti mando un communicato
Avro il tel. satellitare con me
per SMS ci possiamo sentire
saluti a tutti
ciao Karl
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Con “saluc a duc” (saluti a tutti) sentivo in me qualcosa come uno strano presagio. Non era da Karl, scrivere questo. Negli altri comunicati chiudeva con “saluc Karl” (Saluti da Karl). Sulla statistica del sito di Karl leggo oggi oltre 58.000 visite!!! Incredibile. Povero Karl, era così contento quando gli comunicavo che si registravano da 80-100 visite al giorno.
Ho ancora una preghiera: “per ricordare il ns. compagno Karl accendiamo tutti una candela e mettiamola alla finestra” Inoltrate questa @mail o inviate un SMS. Più candele accendiamo più gli stiamo vicini”
Abbraccio fortemente Silke, Alex, Miriam e Marco. La Sua bellissima famiglia che lui amava, un pensiero di affetto va anche a sua mamma Teresa e papà Erich nonché il fratello Peter.
Auguro molta forza e coraggio adesso a Walter e Simon di proseguire... incrocio loro le dita... che possano concludere questa missione ideata da Karl.
Forse ci vediamo in una migliore occasione. Chiudo con il saluto di Karl - Inshallah!! ( Come Dio vorrà )
La funzione funebre di Karl verrà comunicata in un secondo momento dai media.
Attualmente attendiamo il ritorno di Walter e Simon al campo base.
Herbert
Mussner
(manager di Karl)
Ultimo comunicato di Karl del 13.07.2008 dal campo base>>
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ore 11:20 del 18/07/2008 |
Nanga Parbat: Mondinelli e Gallo tra mezz'ora al campo base
ISLAMABAD, Pakistan -- Tra mezz'ora saranno al campo base della parete Rakhiot. Silvio "Gnaro" Mondinelli e Maurizio Gallo, partiti ieri dall'italia con la missione di soccorso organizzata da Agostino Da Polenza sul Nanga Parbat, sono in volo verso la montagna. Nel frattempo, un elicottero militare pakistano sta già sorvolando la parete, cercando di individuare la posizione di Walter Nones e Simon Kehrer.
Mondinelli e Gallo sono sbarcati a Islamabad prima dell'alba. E nel giro di poche decine di minuti si sono imbarcati sull'elicottero che ora li sta portando al campo base.
Nel frattempo, un elicottero dell'esercito pakistano idoneo all'alta quota è partito da Gilgit e sta facendo una prima perlustrazione della parete in cerca dei due alpinisti, che ieri sono stati visti scalare a circa 6.800 metri.
Nones e Kehrer, dopo la tragica scomparsa di Karl Unterkircher, caduto in un crepaccio nei giorni scorsi, si stanno muovendo lungo una via completamente nuova per raggiungere la cresta sommitale e riuscire ad imboccare una discesa sicura.
Non appena Mondinelli e Gallo arriveranno al base, si farà punto situazione in base alle condizioni meteo e ai risultati della perlustrazione pakistana. Al momento, il cielo è parzialmente nuvoloso e non fa freddo.
Articolo di Sara Sottocornola (Montagna.tv)
NONES E KEHRER, GIORNATA DECISIVA
Per Simon Kehrer e Walter Nones è iniziata la quarta e - come tutti sperano - l'ultima giornata nella parete Rakhiot del Nanga Parbat (8.125 m), dove tre giorni fa è morto in un crepaccio il capocordata Karl Unterkircher. Nel frattempo i soccorritori, gli alpinisti italiani Silvio Mondinelli e Maurizio Gallo, sono atterrati ad Islamabad, da dove proseguiranno con un elicottero dell'esercito pakistano. "Simon e Walter hanno passato la terza notte in parete. Questo era comunque previsto e i due non dovrebbero avere problemi particolari", ha spiegato Agostino Da Polenza che sta coordinando i soccorsi dall'Italia. La situazione potrebbe invece essere molto più drammatica se i viveri e il fornellino erano nello zaino di Unterkircher e non sono stati recuperati da Simon e Walter. Oggi è la giornata decisiva per i due alpinisti. "Questo pomeriggio, al massimo domani mattina, dovrebbero uscire dalla parete ed iniziare la discesa", ha spiegato Da Polenza. "Mondinelli e Gallo faranno al più presto un volo di ricognizione con l'elicottero e lanceranno ai due - se possibile - una tenda, dei viveri e un telefono satellitare".
MESSNER: SALVATAGGIO A RISCHIO
"L'importante è che trovino bel tempo nei prossimi giorni così che possano riuscire a salire e poi a scendere. Se il tempo peggiora, con neve o nebbia, sarà difficile per loro salvarsi e la spedizione di salvataggio è rischiosa". Lo ha detto lo scalatore altoatesino Reinhold Messner sulla situazione degli italiani dispersi sul Nanga Parbat. Walter Nones e Simon Kehrer, i compagni di Karl Unterkircher, - ha detto al Corriere dell'Alto Adige il Re degli Ottomila - "devono trovare una via di discesa in un luogo che per loro è una totale incognita. Una situazione davvero difficile. Saranno disperati, speriamo che vada tutto bene". Messner, che ritiene "troppo rischiosa" la spedizione di soccorso organizzata per gli italiani ha concluso: "I soccorsi sono possibili quando ci si trova a 6-6.500 metri. In questo caso, però, si rischiano solo altre vite".
NONES E KEHER, CORSA CONTRO IL TEMPO
di Stefan Wallisch
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ore 21:39 del 17/07/2008 |
Nanga Parbat: avvistati Nones e Kehrer
La telefonata è arrivata ad Agostino da Polenza, organizzatore della missione di recupero,da parte dell’agenzia "Nodo Infinito" che, da ieri, aveva allertato tutti i campi base della montagna.
Lo staff pakistano dal campo base della parete Rakhiot, quell’appunto dove era la squadra italiana, ha avvistato Nonens e Kehrer a una quota di 6800 metri. I due stanno salendo, hanno ancora indicativamente tre ore di luce (sono le 4 del pomeriggio in Pakistan).
Se tutto procederà per il meglio domani, nel pomeriggio, dovrebbero raggiungere il plateau. A quel punto Mondinelli e Gallo staranno sorvolando la zona in elicottero
Nanga Parbat: partito Mondinelli, tutti pronti a dare una mano
MILANO -- E' partita poche ore fa la missione in soccorso organizzata da Agostino Da Polenza per i due alpinisti italiani in difficoltà sul Nanga Parbat. Silvio Mondinelli e Maurizio Gallo stanno volando in Pakistan, mentre da ogni parte del mondo arrivano offerte d'aiuto per una eventuale missione di soccorso: dovesse occorrere, sono pronti a raggiungere il Nanga Parbat anche Simone Moro e Marco Confortola, entrambi già in Karakorum e già acclimatati, come Mondinelli che è appena tornato dall'Everest.
"C'è grande dolore per la morte di Karl – racconta Da Polenza - ma anche grande speranza per il rientro di Walter e Simon, che hanno ripreso a salire sulla montagna e sembrano in grado di raggiungere nei prossimi giorni la sella sul ghiacciaio Bazin, a quota 7.200 metri. Speriamo lo facciano il più in fretta possibile, intanto che le condizioni atmosferiche, discrete, lo consentono".
"La presenza di Gallo e Mondinelli al campo base – prosegue Da Polenza – garantisce un supporto logistico, di comunicazione e di soccorso ai due alpinisti. Mondinelli e Gallo sbarcheranno in Pakistan domattina, partiranno subito per un volo di ricognizione sulla montagna, e si fermeranno al campo base del versante Rakhiot. Alla luce della posizione e delle condizioni di Nones e Kehrer, verrà deciso il da farsi".
"Mondinelli, oltre che il maggior esperto italiano di queste montagne, è già acclimatato e in grado di lavorare senza difficoltà in alta quota – spiega Da Polenza -. E' pronto, in caso di necessità, a salire incontro a Nones e Kehrer. E in questo caso non sarebbe solo: Simone Moro, che ho appena sentito, si trova al vicino campo base del Batura II e si è già dichiarato disponibile ad intervenire in qualsiasi momento. Così anche Marco Confortola, che si trova al campo base del K2".
Ma la speranza di tutti è che Nones e Kehrer riescano da soli a scendere da lassù.
"L'importante è che loro arrivino al colle – spiega Mondinelli -, e stiano bene come sembra. Poi decideremo cosa fare. Mi piacerebbe che venissero giù con le loro gambe, gli andremo incontro come abbiamo sempre fatto quando qualcuno scende da una grande montagna. E' una montagnaccia questa, pericolosa soprattutto la via che stanno facendo loro. Ma sono certo che andrà bene".
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ore 17:15 del 16/07/2008 |
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MANAGER: NON CI SONO PIU' SPERANZE
"La tragedia è ormai triste realtà. Non ci sono più speranze". Lo ha detto all'ANSA Herbert Mussner, il manager di Karl Unterkircher, lo scalatore altoatesino finito in un crepaccio sul Nanga Parbat. "Nones e Kehrer stanno proseguendo verso la cima per poi tornare a valle su un'altra via. Fino al loro arrivo al campo base passeranno due, tre giorni", ha aggiunto Mussner. Unterkircher, 38 anni, lascia la moglie e tre bambini di tenera età. Il gardenese era presidente dell'Aiut Alpin Dolomites, il servizio di soccorso in montagna nelle valli ladine. Nel 2004 Unterkircher era stato ricevuto, con gli altri membri della spedizione italiana sul K2 e sull'Everest, dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e dal papa.
"Walter Nones e Simon Kehrer stanno proseguendo con la scalata del Nanga Parbat perché tornare a valle per la stessa via è impossibile", lo ha detto all'Ansa Herbert Mussner, il manager di Karl Unterkircher che durante l'impresa è finito in un crepaccio. "Alle 6 di questa mattina - ha detto Mussner - mi ha chiamato Simon dicendo che Karl era caduto in un crepaccio e che il suo corpo era coperto di neve". Visto l'impossibilità di recuperarlo con i mezzi a disposizione Nones e Kehrer hanno deciso di proseguire con la scalata".
IMPOSSIBILI SOCCORSI A 7000 METRI
L'incidente di Karl Unterkircher é avvenuto sul Nanga Parbat ad oltre 7 mila metri di quota. Soccorsi in quella quota sono impossibili. A causa dell'aria rarefatta gli elicotteri non possono volare a quella altezza. Inoltre la parete è troppo esposta per consentire l'avvicinamento del mezzo. Il gardenese di 38 anni è caduto in un crepaccio. Si tratta di un incidente relativamente frequente sui ghiacciai. Il recupero è particolarmente difficile. Spesso l'alpinista muore già nella caduta nel crepaccio che può essere profondo anche dieci, venti metri oppure viene sepolto dalla neve che lo segue. Sulle Alpi i soccorritori utilizzano in genere un treppiede con verricello. Un soccorritore si fa calare, presta i primi aiuti, mette l'imbragatura al ferito per poi farlo recuperare lentamente agli altri uomini. Un intervento del genere è però impensabile a quota 7 mila.
SU YOUTUBE GLI ULTIMI FILMATI
Sono scaricabili su Youtube gli ultimi filmati di Karl Unterkircher. I video sono stati fatti dal gardenese nel campo base del Nanga Parbat e durante alcune scalate di allenamento. Via telefono satellitare Unterkircher li aveva messi su Youtube. Tra l'altro si vede una enorme valanga ripresa dall'altoatesino durante la scalata del Chongra (6.448 metri), una cima nelle vicinanze del Nanga Parbat.
KAMMERLANDER: KARL ERA MOLTO PRUDENTE
"Karl Unterkircher era uno scalatore di altissimo livello, fisicamente e mentalmente molto forte ma soprattutto molto prudente": lo ha detto Hans Kammerlander che l'anno scorso aveva scalato in compagnia di Unterkircher lo Jasemba, una cima in Nepal di 7.350 metri fino a quello momento inviolata. "Il rischio non è mai zero su montagne come il Nanga Parbat". "Sono profondamente scioccato. Scalare con Karl era un grande piacere", ha detto Kammerlander, raggiunto dall'ANSA durante un'escursione in val d'Ultimo, in Alto Adige. "Il mio pensiero ora va a Simon Kehrer e Walter Nones che devono superare la perdita del compagno più esperto e concludere la scalata".
(Ansa.it)
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ore 13:17 del 16/07/2008 |
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ISLAMABAD, Pakistan -- La notizia pesa come un macigno. Nessuno ci vuole ancora credere. Ma sul Nanga Parbat, in Karakorum, è appena accaduto uno di quei drammi che sconvolgono l'intero mondo dell'alpinismo. Karl Unterkircher, impegnato nella scalata di una via nuova sulla parete Rakhiot, è precipitato in un crepaccio. Disperati, e purtroppo vani, i tentativi dei compagni Walter Nones e Simon Kehrer di portarlo in salvo. Ora i due alpinisti, intrappolati senza possibilità di fare dietrofront, stanno proseguendo la salita. Per mettersi in salvo, dovranno raggiungere quota settemila e uscire dalla parete.
Le notizie sono purtroppo ancora frammentarie. Da una prima ricostruzione pare che l'incidente sia accaduto ieri. La costola di neve dove Unterkircher stava battendo traccia sarebbe improvvisamente crollata sotto i suoi piedi, facendolo precipitare in un crepaccio poco sopra i seimila metri.
A raccontarlo sono stati, questa mattina, i suoi compagni di cordata Walter Nones e Simon Kehrer, dopo una terribile notte passata all'addiaccio nel disperato tentativo di salvare il loro amico e capospedizione. Purtroppo, non hanno potuto far nulla se non recuperare, tra mille difficoltà, il telefono satellitare che Unterkircher aveva indosso.
La telefonata a casa è stata brevissima. La batteria del telefono è agli sgoccioli. E davanti a loro, i due alpinisti, hanno ancora diverse ore, forse giorni, di scalata.
"Non possiamo tornare indietro da dove siamo saliti - ha detto questa mattina Nones alla moglie -. Sarebbe troppo pericoloso. Noi stiamo bene, ora siamo fuori dalla seraccata, a circa 6.400 metri di quota. Dobbiamo proseguire verso l'alto. Dovremo arrivare ad oltre settemila metri per poter uscire dalla parete. Poi scenderemo dalla via più sicura e più veloce".
Nient'altro. Nessun dettaglio, per ora, sul luogo in cui si trova Unterkircher nè sulla dinamica esatta dell'incidente o dei soccorsi. Tutto quanto è rimandato a quando Nones e Kehrer si saranno messi in salvo e avranno raggiunto un campo base.
Non sarà un'impresa facile. Sul morale pesa la perdita dell'amico. E le difficoltà tecniche della parete, ancora inviolata, sono altissime.
Ultimo comunicato di Karl del 13.07.2008 dal campo base >>
Articolo di Sara Sottocornola (Montagna.tv)
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